Modificare a gennaio, “moduli e schemi aziendali” fissati ad inizio di stagione, rimodellare gli obiettivi sportivi prefissati, determina per le società di calcio , un aumento di costi di gestione, con relativo indebitamento societario. Essere “rimandati” dai risultati agonistici negativi, al mercato di riparazione , quantifica per i club di calcio, una “sconfitta aziendale” del proprio “management”.
Allo stato, “cambio di allenatori”, stravolgimento del parco calciatori, risultano essere strategie negativa che determinano per i club di riferimento, “nuovi investimenti” da attivare. In tema di “calcio austerity”, proporre stagione in corso, il cambio di allenatore, ricorrere al mercato di riparazione di gennaio, significa per le società, un sacrificio in termini di aumento e ricerca di nuove risorse economico finanziarie.
Tali nuove risorse, “entrano” nel circuito societario, solo grazie al finanziamento dei soci, oppure in alternativa, all’aumento del capitale sociale, e dei ricavi aziendali. Bisogna evidenziare che allo stato, le problematiche finanziarie dell’azienda calcio trovano conferma nel continuo apporto in termini di “versamento soci e/o aumento di capitale sociale” effettuati nelle casse societarie dai soci di riferimento.
In relazione a quanto evidenziato, bisogna rilevare che per il periodo luglio 2011 fino al 30 giugno 2016, gli” investimenti” effettuati da Lotito e Mezzaroma nei confronti della US Salernitana risultano essere pari a 11,3 mln di euro divisi come segue: 6,4 mln euro erogati da SS Lazio Marketing &Communication Spa e 4,9 mln di euro versati nelle casse sociali per il ripianamento delle perdite d’esercizio.
In tempo di crisi economica“moduli e schemi aziendali”, devono confrontarsi anche con il “monitoraggio” dei “ricavi da botteghino”che in tema di crisi economica , possono determinare valori inferiori a quelli delle passate stagioni, e “ricavi da sponsorizzazione” che possomo diminuire a causa della crisi delle aziende sponsor. I club di calcio, si presentano sul mercato, come “soggetti sui generis”, rispetto al “prodotto commercializzato” , ed ai “fattori della produzione” utilizzati.
Il “prodotto” spettacolo , ed i “calciatori” fattori della produzione, rendono i club di calcio oggetto di osservazione per i classici “stakeolder”, per il mercato di riferimento, per i tifosi, e per le aziende sponsor. La gestione delle società di calcio, al pari di ogni altra azienda , deve essere finalizzata a determinare il giusto “equilibrio economico finanziario”, calcolando un corretto “break event point” (BEP), tra i costi e ricavi aziendali.
Tale “equilibrio” economico, prevede che il valore dei costi non deve superare il valore dei ricavi. In tema di azienda calcio, invece tale equilibrio viene sempre “ribaltato”, in quanto il valore di bilancio relativamente alla voce di costo di salari e stipendi calciatori ed allenatori, risulta essere sempre pari all’80-85% del valore dei ricavi aziendali. Azienda calcio Salernitana: strategie da “fair play finanziario”!.
Antonio Sanges – Dottore Commercialista