I video del giornale online Fanpage, diffusi ieri mattina in rete, sono gli stessi che hanno dato avvio all’inchiesta della procura di Napoli in cui è rimasto coinvolto Roberto De Luca, assessore al bilancio del Comune di Salerno e figlio del governatore della Campania. De Luca jr è stato iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di corruzione per avere, secondo l’accusa, un suo collaboratore accettato la promessa di tangenti.
I magistrati sono al lavoro, anche oggi, per esaminare i materiali acquisiti e avviare la ricerca di riscontri. Una vicenda che continua a suscitare polemiche.
I Cinquestelle chiedono le dimissioni del governatore e Luigi Di Maio attacca ad alzo zero: “Voglio farvi vedere il volto degli assassini politici della mia gente. Quando saremo al Governo inaspriremo la legge Severino che è troppo timida per i criminali politici”, dice a Genova indicando De Luca jr sullo schermo.
Il presidente della Regione ribatte da Salerno: “Quando fai le riforme, i contraccolpi ci sono. Ma andremo avanti a carro armato. Mettiamo in conto resistenze, sabotaggi, nelle ultime ore addirittura uso di camorristi per ricattarci. Ma se pensate di ricattarci non perdete tempo. Andremo avanti senza derogare di una virgola agli obiettivi che ci siamo dati. Di Maio fugge come un coniglio dalla mia sfida al confronto”. E Pietro Grasso (LeU): “I fatti di Napoli mettono in risalto quello che è un ambiente di corruzione che noi non possiamo certamente tollerare”.
Lo scontro si estende anche al ruolo di Fanpage.it nella vicenda, intervistato dalla stessa testata, avverte che c’è un’indagine della magistratura che non riguarda solo i politici ma “anche voi di Fanpage.it”, e quindi il giudizio deve essere sospeso, per garantismo, sia sugli uni che sugli altri. “Renzi è come Erdogan”, commenta Luigi Di Maio, sostenendo che il segretario del Pd attacca i giornalisti che hanno scoperto la corruzione nel suo partito.
De Luca senior parla di camorristi perché protagonista del video di Fanpage è l’ex camorrista pentito Nunzio Perrella, che svolge in questa occasione un ruolo da ”agente provocatore” fingendosi imprenditore del settore rifiuti intenzionato a mettere le mani su un appalto per lo smaltimento delle ecoballe. Perrella quantifica nel corso di un colloquio con il commercialista Francesco Igor Colletta, amico e collega di Roberto, l’ipotetica tangente: ”Comunque dentro a questo 11-12 per cento è comprensivo pure Roberto, è così?’, dice. Risponde Colletta: ”Dieci, quindici non undici”.
Perrella incalza: ”E’ comprensivo pure Roberto?”. Colletta: ”Sì massimo il 15”. E’ questo lo stralcio di conversazione più scottante, quello che ha indotto gli inquirenti a indagare l’assessore salernitano.
Che a quel colloquio non partecipa. E’ presente, invece, a una riunione avvenuto il giorno prima, il 7 febbraio scorso, insieme con Colletta e il falso imprenditore che, registrando il tutto con una telecamera nascosta, racconta di essere lavorare per una multinazionale che opera nel settore dei rifiuti, dirottati via nave in una discarica peruviana. Roberto De Luca gli dà ascolto, si informa sulle credenziali dell’azienda, sui prezzi, sottolinea i requisiti necessari.
Poi conclude: “Faccio un po’ mente locale, magari vi faccio chiamare dal tecnico in modo da iniziare ad essere più operativi”. L’indomani, in sua assenza, i presunti accenni alla tangente. Ma l’avvocato Andrea Castaldo, legale di De Luca jr, attacca: “Il taglio accurato di alcune scene e il montaggio efficace quanto strumentale consegnano al pubblico una visione distorta rispetto alla versione integrale, che si presta a una scandalistica operazione, non certo alla fedele ricostruzione della realtà”.
(fonte ANSA)
IL VIDEO DI FUNPAGE