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Feneal Uil: Relazione sul bilancio economico in provincia di Salerno

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Lo scenario economico in provincia di Salerno.

Che anno è stato il 2017 per la provincia di Salerno ? Un anno sicuramente diverso da quelli precedenti Un anno che – al di là delle cifre e delle statistiche in senso stretto – ha segnato il ritorno ad una dimensione più agganciata alla ripresa che in Campania si è manifestata con una percentuale per molti versi sorprendente di aumento del Prodotto Interno Lordo.

Il punto vero da affrontare, però, è che non si avvertono ancora – in maniera adeguata – gli effetti di questa ripartenza sulla consistenza dei salari e più in generale sul reddito disponibile delle famiglie.

 

È questo l’’aspetto che ogni osservatore obiettivo deve tenere ben chiaro in mente. Se il dato da cui partire è senza dubbio l’arretramento di due posizioni della nostra provincia nel dicembre 2017 rispetto al 103° posto del 2016, a scandagliare bene le singole graduatorie analitiche del consueto report sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, ci si trova di fronte anche ad alcuni (significativi) indicatori che evidenziano un quadro complessivo non privo di fermenti e dinamiche da “leggere” in positivo. Con particolare riferimento alla ripartenza del manifatturiero orientato all’export  e agli investimenti in macchinari ed innovazione tecnologica anche grazie alle incentivazioni fiscali.

 

Va rimarcata, altresì, la ripresa del comparto turistico e gli ottimi risultati ottenuti nella città capoluogo di provincia. Basta dare uno sguardo ai numeri dei bed and breakfast per comprendere che le cose sono cambiate davvero rispetto a qualche anno fa. I giovani salernitani hanno creduto nell’auto-impresa e si sono messi in gioco anche cogliendo l’occasione delle varie misure rese disponibili dagli ultimi Governi. Altro che “bamboccioni”: la nostra provincia è ai primi posti in Italia per imprese under 35, a conferma della volontà di guardare avanti in base alle proprie forze.

 

Ma, nonostante i segnali di ripresa, nell’edilizia assistiamo, invece, al perdurare di una situazione critica che di fatto paralizza l’intera filiera delle costruzioni
I dati – fonte Cassa edile – ci dicono con chiarezza che siamo in una fase di tracollo delle costruzioni in provincia di Salerno.

 

Le imprese attive al 30 settembre 2017 erano 2.977 rispetto alle 3.212 al 31 ottobre 2016: 235 in meno (il -7,32 per cento). Ma il numero di quelle in regola con i versamenti alla Cassa Edile è sensibilmente inferiore: 2.634, numero peraltro in diminuzione rispetto al 31 ottobre 2016 (333 in meno per essere precisi).

La parabola negativa investe in pieno gli operatori attivi che calano da 12.590  a 10.183 (-2.407, -19,12%).

Ma è la massa salariale che ci fornisce la dimensione della gravissima sofferenza dei nostri lavoratori. Si passa in termini figurativi dagli oltre 105 milioni del 2016 agli 87 del 2017 con una perdita di 18 milioni e 332 mila euro. E in termini reali i salari effettivamente erogati scendono da 97 milioni e 854 mila euro a 75 milioni e 834 mila euro. Si sono persi qualcosa come 22 milioni di euro (-22,50%).

Le ore ordinarie di lavoro per le quali sono stati effettivamente versati i contributi nel 2017 sono state 7 milioni e 248 mila a fronte di 9 milioni e 377 mila nel 2016 (-2 milioni e 128 mila, -22,70%).

 

Occorre prendere atto che l’edilizia in provincia di Salerno è di fatto ferma. In base ai numeri citati e considerando il lungo ciclo recessivo, ce n’è abbastanza per chiedere con fermezza un Tavolo permanente Anti-crisi per il comparto dell’edilizia presso la Prefettura di Salerno.

Ad acuire la crisi si aggiunge anche l’incredibile vicenda delle procedure amministrative paralizzate da mesi presso il Ministero dell’Ambiente relative all’approfondimento dei fondali del porto commerciale di Salerno che impedisce la partenza del cantiere degli escavi che da solo attiverebbe 30 posti di lavoro, oltre ai 60 relativi all’allargamento dell’imboccatura ed ai 70 delle gallerie di Porta Ovest. Questo delle gallerie è un altro caso particolare per il quale risulta difficile trovare l’aggettivo adatto. Le note vicende della necessaria vendita della società con le relative commesse hanno assunto le caratteristiche di una grande emergenza occupazionale, amministrativa e burocratica. Un altra situazione surreale resta quella del palazzetto dello sport fermo da anni ed ora fuori dalle grandi opportunità derivanti dalle Universiadi. Una grande occasione sprecata .

Ma, soprattutto, lasciatemi rimarcare la rischiosissima condizione degli edifici scolastici non a norma sismica – che da tempo denunciamo – in spregio ad ogni senso di responsabilità, ben al di là della recente sentenza della Cassazione che impone la chiusura degli istituti non dotati di certificazione adeguata anche in zone a basso rischio sismico.

Che cosa dire di fronte all’ammissione dell’Assessore Regionale all’Istruzione e di un dirigente del Comune di Salerno che hanno dichiarato come quasi tutte le scuole andrebbero chiuse?

Dobbiamo ancora sottolineare con grande senso di responsabilità che la crisi è acuita anche da una politica di cura del territorio estremamente miope. Si continua a non agire sulla prevenzione e sulla manutenzione. Eppure è noto che non ci può essere sviluppo senza risanare, evitando sciagure, smottamenti, esondazioni che comportano un costo maggiore per lo Stato, ma prima di tutto il rischio gravissimo di perdita di vite umane.

Dobbiamo dire con forza che abbiamo tutte le potenzialità per attivare interventi in grado di generare risposte positive ed importanti per i lavoratori e per l’imprese dell’edilizia della nostra provincia.

 

  1. Non possiamo non partire dal Piano Urbanistico Comunale della città capoluogo. Il Puc di Salerno: una grande occasione da non perdere.

 

Dobbiamo metterci in sintonia prima di tutto con la reale domanda del mercato dell’edilizia che non prevede grandi prospettive per le nuove costruzioni, ma offre ottime opportunità per il riuso intelligente del patrimonio abitativo esistente: ristrutturazioni nel segno dell’efficientamento energetico e green; potenziamento anti-sismico; cablaggio; manutenzione del verde condominiale; ciclo autonomo e bonifica dell’acqua potabile e delle acque reflue. E’ in questo modo che ci si incammina sulla strada giusta per arrivare ad una vera smart city.

Se crediamo veramente nella città turistica – e noi ci crediamo e ne siamo convinti – acceleriamo fin da subito il recupero della balneabilità del litorale di Salerno e riprendiamoci il nostro mare: così si diventa una città turistica a tutti gli effetti, con ricadute economiche e posti di lavoro consistenti e duraturi. E, ovviamente, dotiamoci di una rete fognaria e di depurazione adeguata, funzionale ed in grado di reggere l’impatto dei residenti e dei visitatori in soggiorno.

A conferma di quanto espresso sopra in merito al Puc autorevoli studi e monitoraggi di recente pubblicati ci dicono che la “ricetta” per uscire dal tunnel prevede necessariamente alcuni punti fermi.

Uno studio di Confartigianato evidenzia che tra ottobre 2010 e luglio 2017 le famiglie italiane hanno speso 170 miliardi, pari ad una media di 24,7 miliardi l’anno, per ristrutturare casa e per renderla più efficiente dal punto di vista energetico.

Le detrazioni più richieste sono quelle connesse agli interventi di recupero del patrimonio edilizio (circa l’80 per cento), mentre quelle collegate all’efficientamento energetico coprono il restante 20 per cento.

 

  1. Ricognizione dei fondi e dello stato di avanzamento della progettazione relativa alle grandi opere.

 

Ovviamente sappiamo bene che questo non può bastare. Abbiamo bene in mente che l’accelerazione della spesa dei fondi strutturali in Campania alcuni anni fa si è tradotta in una spinta non indifferente non solo all’edilizia ma alla sua filiera estesa. E, allora, è chiaro che opere come il potenziamento infrastrutturale dell’aeroporto, l’ammodernamento secondo gli standard autostradali della Salerno-Avellino, il prolungamento della metropolitana dallo stadio Arechi a Pontecagnano da un lato e da Mercato San Severino all’Ateneo di Fisciano dall’altro, rappresentano opportunità irrinunciabili per il nostro territorio in termini di sviluppo economico e sociale prima di tutto, ma anche di occupazione e investimenti capaci di mettere in moto una dinamica positiva di media e lunga durata.

Se riuscissimo a fare partire in tempi brevi solo alcuni dei cantieri di cui si parla da anni, l’edilizia ed il suo indotto occupazionale potrebbero certamente inaugurare un ciclo indispensabile per creare più occupazione e più ricchezza per il nostro territorio.

 Non possiamo e non dobbiamo perdere l’occasione di avviare una nuova stagione di crescita per le costruzioni partendo proprio dalla condivisione delle regole da parte di sindacati ed imprese, puntando a disegnare in maniera condivisa il profilo di un comparto più attento al rispetto delle regole sulla sicurezza, al rispetto del contratto di lavoro e alla piena trasparenza degli appalti.

Ed una battaglia comune riguarda la necessità di rivedere alcuni aspetti fortemente negativi del Nuovo Codice degli Appalti nel segno dello snellimento delle procedure e dei tecnicismi incomprensibili che rafforzano soltanto la malaburocrazia, quell’ostruzionismo burocratico che fa svanire ogni efficienza e ogni accelerazione della tempistica per la realizzazione delle piccole e delle grandi opere.

  1. Zona Economica Speciale e logistica integrata.

Non potevamo non soffermarci sulla Zes (Zona Economica Speciale). La sua importanza strategica va ben al di la del legame strutturale con il porto di Salerno, perché avere l’opportunità di realizzare sul nostro territorio la Zes significa attivare un forte stimolo all’infittimento del tessuto produttivo regionale, attraendo investimenti esterni all’area provinciale. E’ questa la versa sfida della Zes. Non solo offrire alle imprese locali ulteriori opportunità di crescita – questo va da sé – ma soprattutto aumentare il potenziale attrattivo mettendo a sistema la localizzazione dei nuovi investimenti ed integrandoli con una rete logistica ancora più competitiva.

La Zes, quindi, non è da intendersi soltanto come un’area a vantaggio fiscale, ma – dove funziona, come in Polonia per esempio – è un vero e proprio attrattore di investimenti che vanno in primo luogo legati al manifatturiero. Se crescono i volumi di produzione del manifatturiero, aumentano le opportunità di lavoro e si rimette in moto anche il meccanismo del comparto dell’edilizia. Oltre, ovviamente, all’incremento degli indicatori di traffico delle merci in uscita dal porto di Salerno.

Ma – per onestà intellettuale – occorre riconoscere che velocizzare l’apertura dei cantieri significa sburocratizzare il più possibile il sistema con tutte le sue incrostazioni. Su questo punto va dato atto al Presidente della Regione Vincenzo De Luca di averne fatto una propria battaglia personale, politica ed istituzionale accendendo i riflettori sull’eterno dibattito relativo alle opere da farsi, alle opere incompiute e quelle che rischiano di diventarle.

Proprio perché è uno dei punti centrali – se non quello più centrale di tutti – per il rilancio dell’edilizia, chiediamo all’Amministrazione Comunale di Salerno – ai cui rappresentanti qui presenti stamattina esprimo il mio ringraziamento non formale per avere voluto partecipare al nostro congresso – in un’ottica sinergica di aprire un tavolo previsionale sulle opere che è possibile realmente cantierare. E’ il modo che riteniamo più efficace per dare risposte ai nostri operai in attesa di ritornare al lavoro.

Un altro problema che acuisce la crisi – e si riflette in pieno negativamente sugli investimenti e sui pagamenti dei salari ai lavoratori – è l’accesso  al circuito bancario che continua a praticare una forte stretta nella concessione del credito. Problema appesantito dal gravissimo ritardo delle Pubbliche Amministrazioni nel pagamento degli Stati di Avanzamento. Una vera e propria emergenza nell’emergenza.

 E’ in questo modo che si tutelano la sicurezza e la legalità nei luoghi di lavoro

Un ruolo fondamentale è dato dagli Enti Bilaterali poiché in questo contesto di crisi si inserisce il grave fenomeno dei mancati  accantonamenti-Cassa Edile che ha spinto l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) – su sollecitazione dei sindacati di categoria – nell’ambito della vigilanza nel settore edile a raccomandare la trasmissione di informazioni tempestive alle Casse Edili per consentire il recupero del salario differito dei lavoratori evaso ma purtroppo la grave carenza di ispettori sul campo vanifica il pur fondamentale valore della direttiva emanata. E sebbene si parli sempre più spesso di nuovi ingressi nella Pubblica Amministrazione, nessuno in questo momento, stranamente, parla di assunzioni di nuovi Ispettori del Lavoro. Eppure, il costo per lo Stato sarebbe ampiamente ricompensato dal recupero di risorse finanziarie che deriverebbe dal loro impiego sui territori, oltre – naturalmente – il valore non quantificabile della loro azione in termini di accertamento del rispetto delle norme sulla sicurezza e del contratto edile.

Se ci fosse ancora bisogno di conferme, è del tutto evidente che siamo di fronte ad un quadro complesso e difficile. La spinta impressa alla velocizzazione della macchina burocratica-amministrativa attraverso il coinvolgimento delle Casse Edili nelle procedure di rilascio del Durc corre il rischio di essere gravemente depotenziata da fenomeni di evasione degli accantonamenti – non sempre facilmente accertabili cantiere per cantiere – a causa della mancanza o di errate informazioni inviate  dall’impresa per il tramite dei consulenti nella compilazione del MUT (Modulo Unico Telematico).

E, pertanto, un ruolo fondamentale deve e può svolgerlo la Cassa Edile attraverso un attento controllo sulla  veridicità di  quanto denunciato dalle imprese attraverso il MUT.

Credo sia superfluo ricordare che i mancati introiti della Cassa Edile si riversano a cascata, in maniera negativa, su tutto il settore: sulle imprese virtuose che vengono danneggiate dalla concorrenza sleale delle imprese mordi e fuggi; sul sindacato che trae linfa vitale dalle quote di iscrizione degli operai; e soprattutto sui lavoratori che si vedono privati di una parte consistente della loro retribuzione e di una parte dei fondi per l’assistenza non solo a loro stessi, ma anche alle loro famiglie.

 In un ottica di rafforzamento degli Enti Paritetici abbiamo finalmente avviato –  attraverso l’accordo sottoscritto con l’Associazione Costruttori Ance Aies – il processo di unificazione della Scuola Edile con il CPT. Sono fiera di annunciare che nascerà un nuovo Ente con la denominazione Centro per la Formazione e Sicurezza della provincia di Salerno. Solo ottimizzando la collaborazione tra Cassa Edile ed il Nuovo Ente e, quindi, veicolando meglio le informazioni sui corsi a imprese e lavoratori – nell’interesse di tutti – otterremo risultati importanti e significativi.

Da non trascurare il ruolo degli RLST (Edilsicura), fondamentale per il valido supporto che ogni giorno offrono alle piccole imprese sia sotto il profilo organizzativo e sia informativo in relazione alla sicurezza nei cantieri. Capaci anche di formulare tutta la documentazione utile nel rispetto del Decreto Legislativo n. 81 del 2008.

 Importante rimarcare che il CFS (Centro per la Formazione e la Sicurezza) sarà chiamato a svolgere un ruolo sempre più incisivo nella realtà del nostro settore. Dovrà acquisire, oltre all’attuale accreditamento presso la Regione Campania e Fondimpresa, il riconoscimento ministeriale come Agenzia per il Lavoro.

Il mercato del lavoro è in profonda trasformazione anche in considerazione delle nuove normative introdotte dagli ultimi Governi. I nostri Enti Paritetici sono chiamati ad andare oltre le attività finora svolte e diventare organismi capaci di offrire strumenti e servizi adeguati ad una gestione attiva dei processi occupazionali e lavorativi. Una prima esperienza è rappresentata dalla BLEN, la rete promossa dal Formedil Nazionale, per la gestione dell’offerta e della domanda di lavoro nel nostro settore. Questa esperienza negli ultimi tempi ha registrato una flessione e va quindi rilanciata con l’accreditamento come Agenzia per il Lavoro che consentirà di qualificare ed estendere le attività da svolgere a favore dei lavoratori fruitori della NASPI.

 E’ indispensabile, però, mantenere alta la vigilanza sull’effettiva realizzazione del percorso formativo nei modi e nei tempi previsti dalle norme vigenti. Bisogna contrastare gli enti formatori che noi classifichiamo come erogatori di attestati senza scrupoli, che minano l’incolumità degli operai non istruendoli sui rischi che corrono sui luoghi di lavoro perché privi delle informazioni necessarie.

 Rapporti con le altre organizzazioni sindacali.

Non posso non soffermarmi sul positivo clima di collaborazione con la Filca Cisl e la Fillea Cgil nel pieno rispetto dell’autonomia delle singole organizzazioni sindacali. Anche nel momento del confronto dialettico abbiamo sempre conseguito l’obiettivo di non perdere di vista l’unità di intenti, evitando divisioni o contrapposizioni poco costruttive.

Rapporti con le associazioni di rappresentanza delle imprese.

Sottolineo con piacere che con l’Ance Aies si è aperto un importante e proficuo confronto che ci ha consentito di arrivare alla nascita dell’Ente Unico e – a brevissimo – alla stipula del Contratto Integrativo Provinciale.

In particolare desidero ringraziare il Presidente Vincenzo Russo – al quale va tutta la mia stima –  per il suo impegno finalizzato ad un dialogo non formale per accelerare la ripresa del settore.

Dico agli amici dell’Ance Aies che è importante proseguire sulla strada sinergica intrapresa per uscire al più presto dalle difficoltà e inaugurare un nuovo e duraturo ciclo di crescita.

Rapporti all’interno della nostra organizzazione.

E non posso non rivolgere alcune considerazioni alla nostra organizzazione. All’Uil va detto con chiarezza che non possiamo non rivendicare la presenza di un Patronato più presente sul territorio. Per come è conformata geograficamente la nostra provincia è indispensabile favorire una presenza più capillare delle sedi del Patronato Ital e del Caf. E su questo aspetto la Feneal è pronta a rinunciare molto volentieri ad una quota derivante dalle Naspi per favorire questo processo di radicamento territoriale. Mi auguro che anche altre categorie siano d’accordo su questa impostazione, poiché se un patronato è forte, il sindacato nel suo insieme cresce e si irrobustisce.

Sul piano dei rapporti interni con i livelli regionale e nazionale, mi fa piacere affermare che si registra un clima di cordiale e costruttiva collaborazione, nonché di confronto permanente su ogni problematica che la Feneal di Salerno affronta quotidianamente.

 

E al nostro livello nazionale raccomandiamo di continuare ad avere la massima attenzione sul riconoscimento del contratto unico di cantiere poiché occorre massima trasparenza sui contratti e sulla manodopera occupata, contrastando ogni forma di illegalità e di aggiramento delle norme sulla prevenzione degli infortuni e della contribuzione, contrastando il fenomeno della presenza di lavoratori formalmente autonomi e di fatto dipendenti in tutto e per tutto dalle imprese.

Prima di concludere questa mia relazione, desidero ringraziare la grande squadra che mi affianca nel lavoro di ogni giorno. Una squadra che sono onorata di guidare: Rosaria, Francesca, Mario, Giuseppe. Compagni ed amici di lavoro che mi hanno aiutato e sostenuto in questi ultimi tre anni. Anni difficili, irti di ostacoli. Anni nei quali, insieme, abbiamo fatto tesoro dell’eredità del passato e con dedizione abbiamo raggiunto il traguardo di diventare la prima organizzazione sindacale d’Italia in termini di perfomance di fidelizzazione dei nostri iscritti e di indicatori percentuali rispetto al bacino di riferimento territoriale.

 

Grazie di cuore. Siamo una squadra coesa, forte del proprio passato e capace di guardare con speranza e passione al futuro.

 

Finale.

 

E ringrazio tutti Voi che siete stati qui oggi con noi. Grazie per averci ascoltato. Sono certa che il dialogo sia la migliore forma di crescita per una comunità. Soprattutto quando occorre mettersi alle spalle una crisi così grave come quella che abbiamo vissuto e che ancora attanaglia il settore delle costruzioni nella nostra provincia.

 

Siamo convinti che ci sono tutte le condizioni per risollevarci e per guardare avanti con fiducia. Non disperdiamo le nostre forze, rispettiamo i nostri ruoli e le nostre responsabilità. Insieme possiamo e dobbiamo farcela.

 

Grazie a tutti. Viva la Feneal Uil.

Lo scrive in una nota la Feneal Uil Salerno

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