Seppure in precarie condizioni fisiche Zeppola in finale, su una gamba sola, segna 7 punti e dispensa 4 assist, meritando 12 di valutazione che ne fa il migliore in campo dei suoi. I piemontesi mettono in riga una dopo l’altra Venezia, Cremona e Brescia. Eppure nell’ultimo mese tra scelte azzardate a livello societario, cambi di allenatori (da Banchi a Recalcati fino ad arrivare alla promozione dell’ex assistente Galbati), Torino si è ritrovata con una squadra sull’orlo di una crisi di nervi, con uno spogliatoio a pezzi e diversi giocatori acciaccati. Nel momento più difficile, però, è venuto fuori il carattere dei componenti del roster piemontese, che hanno trovato proprio in Poeta il loro leader.
Il ragazzo nato cestisticamente a Battipaglia, cresciuto poi nelle giovanili della Pallacanestro Salerno (con cui ha esordito pure tra i “grandi”) e che poi ha militato nelle file di Veroli, Teramo, Bologna, Baskonia, Manresa, Trento e, quindi Torino, in carriera aveva ricevuto diversi premi individuali e aveva indossato più di 100 volte la canotta della nazionale maggiore italiana. Eppure, a livello di squadra prima di domenica non era mai riuscito a vincere nulla. Prima di domenica. Sarà per questo che al ritorno a Torino, alla stazione di Porta Susa, dove l’Auxilium ha ricevuto l’abbraccio dei suoi tifosi, il cestista salernitano sembrava ancora un po’ spaesato. Oggi, forse, “Zeppola” sta iniziando a realizzare la portata dell’impresa compiuta dalla sua squadra.