Chi, come Federico Arienzo, gli ricorda che “non si chiamano squadristi i giornalisti che fanno un’inchiesta”. Ma anche chi, come Michele Grimaldi, stigmatizza i toni aggressivi ma ricorda che “il titolo di Fanpage è fuorviante perché associa Roberto De Luca a una tangente di cui lui non parla”. Il giorno dopo il duro attacco di Vincenzo De Luca attraverso Facebook a Fanpage e a tutto il contorno mediatico sull’inchiesta rifiuti in Campania, gli emergenti del Pd campano si dividono nei toni e negli accenti.
A cominciare è il presidente del Pd di Napoli Tommaso Ederoclite che in un lungo post Facebook rivolgendosi direttamente a De Luca scrive: “Ti senti sotto attacco ed è comprensibile sotto l’aspetto politico ed umano e da democratico e garantista sono dalla tua parte. Quando ho visto i primi video anche io mi sono detto ‘dove sta il reato?’, perché dalla sua bocca non è mai uscita nessuna parola in merito a fantomatiche tangenti. Il fatto però che parlasse a nome della Regione mi è apparso ambiguo”. Ederoclite però precisa:
“In queste ore devi tenere il sangue freddo. Ti chiedo di lasciare perdere queste boutade aggressive, chiamando camorristi e squadristi i ragazzi di Fanpage. Torna a fare l’uomo delle istituzioni, senza cadere nella ‘lotta nel fango'”.
Più netto Marco Sarracino che critica De Luca: “A cosa serve – si chiede l’ex segretario dei Gd di Napoli e portavoce di Andrea Orlando – candidare Paolo Siani fratello di Giancarlo, se poi chiamiamo i giornalisti camorristi? Sono toni inaccettabili e provocatori. De Luca si concentri di più sulla campagna elettorale come stanno facendo tanti di noi, nonostante abbiamo meno motivi personali di lui per farlo”.
Michele Grimaldi ex segretario Gd della Campania e oggi segretario Pd a Scafati dice: “E’ sbagliato dare del camorrista alla stampa, ma anche fare un titolo su una tangente quando non è stata presa. Forse ci vorrebbero meno titoli sensazionalistici e una maggiore serenità da parte della politica”. Grimaldi ricorda anche che “dall’inchiesta emerge – dice – lo spaccato complicato dei rapporti tra imprenditoria e politica, in particolare mi riferisco al video su Passariello e al terzo video”.
Federico Arienzo, capogruppo del Pd a Napoli che aveva criticato fortemente Roberto De Luca e oggi sottolinea: “Non si chiamano camorristi e squadristi – dice – i giornalisti che fanno un’inchiesta. L’agente provocatore non è previsto e non a caso anche loro pagano un prezzo giudiziario.
Sbagliano i 5 Stelle a fare le liste di proscrizione dei giornalisti, ma sbaglia chiunque le faccia”. Una voce in difesa di De Luca arriva da Salerno, da Federica Fortino segretaria locale dei Gd: “Conosco Roberto De Luca – dice – e potrei metterci la mano sul fuoco per lui. Ho apprezzato le sue dimissioni pubbliche, si vedeva la commozione e la scelta sofferente.
Il video di De Luca? Conosciamo i suoi toni ma le sue parole hanno un contenuto fortemente condivisibile. A volte il ruolo del giornalista è complicato, ma De Luca giustamente sottolinea che non è svolta in modo eticamente corretto se è vero che era un tranello. I video di Fanpage non citano che la Regione ha un accordo con l’Anac, bisognerebbe mostrare le verità più che montare tutto ad hoc per far vedere solo gli aspetti negativi”.
Fonte ANSA
IL TERZO VIDEO DI FANPAGE