Si tratta di briglie, graticciate, viminate, barriere paramassi, gabbionate, attività sperimentali e movimentazione materiali, rifunzionalizzazione opere idrauliche e controllo viabilità sulla strada chiusa al traffico veicolare da oltre cinque anni. Inoltre le imprese aggiudicatarie si impegnano a realizzare le opere in 130 giorni anziché 180 come richiesto nel capitolato d’appalto. La procedura è stata disciplinata dall’accordo sugli appalti pubblici e il programma è finanziato da fondi dell’Unione europea: POR Campania FESR 2014 – 2020 – Asse 5 – Obiettivo Specifico 5.1 – Azione 5.1.1, per 5,2 milioni di euro.
I lavori potrebbero avere inizio già dal prossimo mese di marzo, non appena gli uffici della Comunità Montana avranno espletato le pratiche di rito nel rispetto della legge.
L’opera dovrebbe, quindi, essere ultimata entro fine estate e “collaudata” dalle prime piogge settembrine.
Ancora grande la soddisfazione del presidente della Comunità Montana e sindaco di Scala Luigi Mansi che da quattro anni e mezzo, dall’inizio cioè del suo mandato alla guida dell’ente sovracomunale, si è impegnato con tutte le sue energie per la redazione del progetto, l’approvazione, il finanziamento e l’appalto dell’opera.
«Non è stato facile – ci dice Mansi -. Ho dovuto combattere contro la burocrazia e la macchinosità amministrativa, ho dovuto più volte stringere i denti quando sono stato accusato di non mantenere gli impegni assunti pubblicamente. Ho dovuto ingoiare bocconi amari, ma credetemi, non mi sono mai arreso, perchè ero cosciente del lavoro fatto ed arrivare all’assegnazione dei lavori è per me un grande obiettivo raggiunto». Mansi si riferisce agli ultimi quattro mesi, necessari per la selezione delle imprese appaltatrici del progetto che, lo ricordiamo, è di natura sperimentale.
«Metà del lavoro è stato fatto – avvisa il presidente – ora l’altra metà, con lo stesso impegno ed entusiasmo, verificando quasi quotidianamente la buona riuscita dell’intervento».
Una buona notizia, dunque, per la Costiera Amalfitana: la Ravello-Chiunzi, arteria strategica per i flussi veicolari della Divina, non poteva continuare a vivere nell’incertezza e soprattutto con lo spettro quotidiano del rischio per la vita di residenti e turisti.
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