Un recital scritto e diretto da Antonello De Rosa, ispirato al repertorio del cantautore genovese che più di tutti ha fondato la sua poetica sui diritti negati agli oppressi.
«Ho scelto Vladimir per questo spettacolo – spiega De Rosa – perchè la sua è una figura dionisiaca a Dioniso è tutto, è l’emblema del teatro. Sarà un copione aperto il suo: nessun rigore, battuta per battuta. Questa è una sfida che lancio a me stesso, essendo rigido sui testi teatrali. Sarà un gioco: andiamo, senza sapere dove ci porta. La magia dle teatro nasce dal coraggio di farlo, attraverso un scambio tra l’attore e il regista.»
Sul palco, la tribute band ufficiale di De André Volta La Carta, con i musicisti: Gaspare Di Lauri, Elisa Campagna, Federica Caso, Filomena De Gennaro, Tony Panico, Giuseppe Rinaldi, Donato Giachetta, Gianvincenzo Giudice, Giustina Gambardella, Angelo Saturno.
«Le canzoni di De Andrè non mi stancheranno mai – ha aggiunto Luxuria nel corso della conferenza stampa di ieri mattina presso la libreria Feltrinelli a Salerno -. I suoi testi mi commuovono, ha cantato gli esclusi da prima che venisse coniato il termine femminicidio: chissà se la prostituta che ha ispirato Marinella sa che è diventata immortale.”Andrea” è uno dei primi testi in cui si canta dell’omosessualità. Ho molti ricordi legati ai suoi testi. Avevamo un caro amico in comune: don Gallo. Alla sua veglia funebre cantavamo tutti: tutti gli esclusi dalla chiesa a cui lui ci ha riavvicinato. Ognuno di noi cantava una strofa. C’era l’ex tossico, il transessuale, il disagiato mentale.»
Lo spettacolo procede nel solco tracciato da Scena Teatro con il Cantico degli Esclusi, messa cantata ideata e voluta da Pasquale Petrosino, dedicata alla comunità Lgbt e ai divorziati: a tutti gli esclusi dalla comunità cattolica che non rinunciano a vivere la propria religiosità in una dimensione più libera e giusta che non preveda discriminazioni di genere.
Un’operazione di teatro civile accolta da Luxuria che racconta: «Ero convinta che non avrei potuto avere posto nella Chiesa. Don Gallo mi ha riportato al cristianesimo. Io mi ero avvicinata al buddismo a cui sarò sempre grata ma lui mi disse che non dovevo darla vinta a chi non aveva saputo leggere il Vangelo, il messaggio di Gesù per gli ultimi.»