Abbiamo ricevuto nella giornata di ieri – giovedì 22 febbraio 2018 – il provvedimento della Regione Campania di revoca dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) che determina l’interruzione dell’attività produttiva e consente esclusivamente le indispensabili operazioni di messa in sicurezza degli impianti. Alla base della revoca dell’Aia si configura la conclusione con parere non favorevole del procedimento di Via Integrato con la Vi in merito al “Progetto di ammodernamento” dell’impianto produttivo in via Dei Greci/Fratte di Salerno.
La tesi delle Autorità Competenti è che proprio in seguito al parere negativo sulla Via-Vi – parere pregiudizievole per i nuovi impianti e per gli incrementi di quelli esistenti – si è dovuto procedere all’archiviazione del riesame del nostro progetto di miglioramento delle perfomance ambientali ed al ritiro dell’Autorizzazione ottenuta nel 2012, sebbene siano stati sempre rispettati i valori stabiliti dalla normativa europea e nazionale.
Tale risposta è giunta solo 18 mesi dopo avere presentato il nostro progetto di miglioramento dell’impatto ambientale, che non si è potuto realizzare in quanto non autorizzato. Nello stesso tempo, questa situazione ha provocato una serie di osservazioni da parte degli Organi di Controllo proprio perché i sopra citati interventi non erano stati messi rapidamente in atto.
In pratica ci è stata imposta una procedura non dovuta di fronte alla presentazione di un progetto di miglioramento elaborato da eminenti professionisti apprezzati a livello nazionale ed europeo e finalizzato alla permanenza provvisoria nel sito di Fratte, in attesa della nuova localizzazione di un impianto produttivo all’avanguardia tecnologicamente e con livelli di impatto ambientale molto al di sotto di quanto previsto dalla normativa attuale italiana ed europea.
Ciò nonostante, anche in sede di confronto sulla Via-Vi è stata offerta la massima disponibilità per ogni intervento tecnico ritenuto opportuno dalle Autorità Competenti come dimostrano le nostre note documentali.
Per tutta risposta ci è stato notificato prima il parere negativo all’istanza Via-Vi e successivamente il decreto di revoca dell’Aia, non tenendo in nessun conto il nostro atteggiamento pienamente collaborativo che si è sempre posto tre soli obiettivi: procedere all’implementazione di ogni intervento in grado di diminuire l’inevitabile impatto ambientale sempre entro il perimetro dei parametri di legge; garantire gli attuali livelli occupazionali e consentire la necessaria continuità produttiva nelle more della nuova localizzazione dello stabilimento.
E’ paradossale che mentre ci apprestavamo a partecipare ad un bando pubblico riferito al territorio regionale relativo agli insediamenti in aree industriali, ci ritroviamo con l’impossibilità di continuare la nostra produzione.
Rispetteremo ovviamente la decisione della Regione e abbiamo già spento i forni ed inizieremo a mettere in sicurezza gli impianti con il rammarico che non produrranno più opportunità di lavoro nel nostro territorio.
Naturalmente, come prevede la normativa vigente, valuteremo con attenzione in queste ore la proposizione del ricorso giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale.
In questo momento il pensiero non può non andare principalmente alle maestranze. Nelle prossime ore avvieremo contatti con gli Enti competenti e le organizzazioni sindacali per verificare i percorsi attivabili in relazione agli ammortizzatori sociali ai quali è possibile fare ricorso.
Lo scrive in una nota il Il Presidente delle Fonderie Mario Pisano
Il vero scandalo è il non avervi chiuso prima. Perseguitare chi è stato corrotto facendovi riaprire è il solo modo per non permettervi di delinquere ancora. Nessuna pietà per nessuno di voi cosi”come non ne avete mai avuta per i nostri figli
Poi, magicamente, tra 15 giorni, dopo le elezioni, interverrà qualcosa o qualcuno che consentirà a questi signori di continuare la loro opera di distruzione dell’ambiente e della salute di privati cittadini che dovranno nuovamente subire la loro presenza.
Che siate maledetti!!!
una vicenda che si trascina da trent’anni. Le colpe ? Sicuramente dell’imprenditore che racconta ancora la frottola della delocalizzazione. (a proposito, dove stanno costruendo il nuovo opificio ?). Peccato per gli operai che si ritrovano senza lavoro dopo anni ad aver lavorato ed assorbito sostanze nocive che di sicuro non ti allungano la vita. Molte colpe le ha la politica che ha occupato istituzioni per anni del tutto incapaci di far capire ai Pisano che avrebbero dovuto rispettare le regole. Dopo la chiusura, che stavolta, dovrebbe mettere la parola fine, a questa fabbrica/rottame, attendiamo gli esiti del processo.
Fin quando non buttate giù quel mostro ci sarà sempre il terrore che possiate riaprirla. Vergognatevi per il male che avete fatto
Non vi perdoneremo mai per il male che avete fatto. Chiudervi non basta, sarebbe troppo comodo per voi e per i vostri complici. Dovrete essere perseguiti penalmente
Cari politici colpevoli di questo scempio,prima che vi arrestino tutti per essere stati complici dei Pisano…pensate adesso alle povere famiglie dei lavoratori e impiegate questa manovalanza per smontare e rimontare le vostre amate luci d’artista o cose simili. Non fate schifo fino in fondo