Tale decisione è stata motivata dal permanere delle gravi e numerose criticità emerse nelle relazioni ispettive e della inefficacia delle migliorie tecniche attuate dall’azienda. Di qui la decisione della revoca dell’autorizzazione regionale con conseguente chiusura delle attività presso l’impianto ed invito alla presentazione di un piano di bonifica del sito.
Questa decisione chiama in causa evidenti e gravi responsabilità dell’azienda. Da sempre abbiamo sostenuto, al di sopra di ogni posizione demagogica, che l’obiettivo preminente fosse la salute dei cittadini e che la Proprietà avrebbe dovuto approntare per tempo un progetto di ammodernamento che tenesse conto di tale primario valore.
La colpevole inerzia delle Fonderie Pisano determina pesanti e gravi ricadute occupazionali, che vanno subito affrontate.
A partire dalla decisione della Regione occorre finalmente voltare pagina.
Iniziative concrete e rapide spettano alla proprietà verso la delocalizzazione dell’impianto, in modo da garantire la realizzazione di un moderno stabilimento adeguato a tutte le normative tecniche ed ambientali.
E’ questo il modo giusto per garantire un futuro in altro sito all’attività produttiva, salvaguardando il sacrosanto diritto al lavoro di tutte le maestranze, a partire dalle tutele sociali che andranno convenute in sede sindacale per la fase transitoria.