Site icon Salernonotizie.it

Rifiuti Campania: procuratore antimafia De Raho critica Fanpage

Stampa
“Inchieste giornalistiche di questo tipo finiscono per avere ricadute negative sulle acquisizioni delle indagini.

L’inchiesta di Fanpage probabilmente tra due, tre anni nessuno più la ricorderà, mentre l’intervento giudiziario con una condanna a 10-15 anni di reclusione sarà ricordata da tutti e tutti capiranno che non bisogna percorrere quella strada”.

Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho rispondendo ai cronisti che gli chiedevano delle parole del candidato premier Luigi Di Maio, sul fatto che l’inchiesta di Fanpage su rifiuti e politica avrebbe dovuto farla lo Stato.

‘Creare situazione illegalità determina concorso nel reato’

“Sul merito dell’inchiesta di Fanpage sono felice che si siano smascherati contesti di illegalità, ma sull’aspetto della correttezza della legge, l’agente provocatore non corrisponde alle nostre regole processuali e legali”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho commentando l’inchiesta giornalistica di Fanpage sui rifiuti in Campania.

“L’agente provocatore è colui che interviene creando una situazione di illegalità e questo non è consentito dal nostro ordinamento – ha proseguito -. Anche dove la legislazione prevede per le indagini un infiltrato o un agente sotto copertura, si prevede che l’agente interviene per acquisire elementi di prova in relazione a traffici illeciti, che sono già in corso. Creare la situazione di illegalità non è consentito perché determina un concorso nel reato – ancora De Raho -.

E’ una sottile distinzione, qualcuno può ritenere che dal punto di vista del risultato sia meglio capire chi sia più propenso a condividere condotte di illegalità più che osservare la legge, ma poiché sono un magistrato direi che osservare le regole è la strada maestra che dobbiamo seguire”.

Ansa

Exit mobile version