Energia elettrica, debiti in bolletta (di Tony Ardito)

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Anche per effetto di una sentenza emanata dal Consiglio di Stato (2186/2016) che ha annullato la precedente delibera con cui che l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti imponeva ai venditori, e non ai clienti finali, la copertura degli oneri non pagati dai morosi, e da successive quattro del Tar Lombardia, la suddetta ARERA lo scorso 1 febbraio ha stabilito che il buco creato dagli “evasori” energetici verrà in parte colmato da tutti i clienti onesti. Sembra un paradosso, ma è proprio così.

In pratica i consumatori devono rimborsare alle società elettriche, non i consumi, bensì gli “oneri parafiscali” altrui, ovvero quella quota della bolletta che serve per coprire gli incentivi per le energie rinnovabili e gli sgravi elettrici per le agevolazioni alle imprese.

Ciò vuol dire che coloro che pagano regolarmente dovranno farsi carico di altri oneri, opportunamente specificati in fattura, già girati dalle società elettriche alla CSEA (Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali) ed alla GSE (Gestore Servizi Energetici).

In base ad una stima, dovremo spartirci un debito di circa 200 milioni a fronte di un ammontare complessivo pari alla considerevole cifra di 1 miliardo. Spetterebbe al Sud il primato dei “furbetti” accomunati per lo più dal medesimo stratagemma: non pagano e cambiano fornitore prima che il recupero crediti possa essere attivato.

Un fenomeno a cui si riuscirà a porre un freno solo quando alle società elettriche potranno verificare attraverso la banca dati del SII (Sistema Informativo Integrato) se il cliente risulta o no un evasore.

Al fine di introitare agevolmente il dovuto e contenere al massimo il malcostume, da poco tempo il governo ha caricato e spalmato il canone Rai proprio sulla bolletta elettrica, la quale a questo punto graverà di un ulteriore costo, lieve o greve che esso poi effettivamente si riveli per ciascun utente.

Un peso che però, al netto delle postille e degli obblighi contrattuali, viene recepito come ingiusto da quanti coltivano l’abitudine di rispettare le regole e le scadenze. La cosa ha ovviamente scatenato polemiche e sollevato vibrate proteste, con relative petizioni, tamtam social e immancabili fake news, le quali hanno contribuito non poco ad inasprire un clima già sufficientemente esacerbato.

A prescindere da ogni tentativo di esegesi, il vero rischio è che passi un messaggio assai sbagliato secondo cui fare i furbi alla fin fine conviene. C’è comunque da registrare che la percezione avvertita è che in questo come in altri casi i furbi non siano solo coloro che non hanno onorato il proprio debito. Per la serie, al danno si aggiunge puntuale la beffa.

A cura di Tony Ardito

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