Università Salerno: il 2 marzo si parla di Palestina, decolonizzazione e libertà accademica

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Palestina, decolonizzazione e libertà accademica è il tema del primo incontro dell’edizione 2018 di Femminile palestinese. La rassegna, curata da Maria Rosaria Greco e promossa dal Centro di Produzione Teatrale Casa del Contemporaneo, ospita venerdì 2 marzo, alle 10,30, presso l’Aula Vittorio Foa del Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Università di Salerno, lo storico israeliano Ilan Pappe e l’antropologa italo-palestinese Ruba Salih. Partecipano Giso Amendola, docente di Sociologia del diritto dell’Università di Salerno, e Gennaro Avallone, ricercatore di Sociologia urbana dell’Università di Salerno. L’incontro è aperto a tutti, agli studenti di Sociologia verranno riconosciuti 2 CFU.

Parlare oggi di Palestina richiede autonomia e libertà del mondo accademico. Decolonizzare, infatti, significa contrastare la narrazione dominante sionista, fondata sulla disinformazione. Solo in questo modo è possibile sostenere la resistenza popolare palestinese che, dal basso, continua senza sosta. Spetta al mondo scientifico, della cultura, degli atenei, argomentare e instaurare un dibattito onesto su questo tema in assoluta indipendenza. Il dibattito in programma il 2 marzo spinge verso questa direzione.
Ilan Pappe, per la terza volta ospite della rassegna, è considerato tra i più autorevoli storici israeliani. Professore all’Università britannica di Exeter, è autore di molti testi che parlano di Israele e questione palestinese. Il suo libro più famoso è “La pulizia etnica della Palestina” (Fazi editore), un duro atto di accusa verso i crimini commessi da Israele nei confronti dei palestinesi; in “Palestina e Israele: che fare?”, scritto a quattro mani con il linguista Noam Chomsky, invece, invita ad adottare un linguaggio diverso, superando l’ipocrisia del lessico sionista e contemporaneamente utilizzando significati riconosciuti dal diritto internazionale. Dunque, secondo i due autori è importante utilizzare parole come “decolonizzazione” al posto di “processo di pace” o “pulizia etnica” al posto di “Nakba”.

Ruba Salih, per la prima volta a Salerno, è professore associato alla SOAS – School of Oriental and African Studies, University of London, membro del Consiglio arabo per le scienze sociali e fondatrice del sottocomitato per la libertà accademica nella regione araba. La sua attività di ricerca indaga su questioni di genere e migrazioni transnazionali in Europa, Medio Oriente e Nord Africa, con un focus specifico sulla Palestina e i suoi rifugiati. Il suo ultimo libro, “Musulmane rivelate: donne, islam, modernità” (Carocci Editore), parla della condizione della donna secondo l’Islam e nei paesi arabi attraverso le storie delle donne e la sua lettura di un mondo, quello arabo, di cui è profonda conoscitrice.

 La rassegna. Femminile palestinese, quest’anno alla quinta edizione, continua l’analisi dello scenario contemporaneo in Palestina a 70 anni dalla fondazione dello stato israeliano, avvenuta nel 1948. In questa riflessione, il ruolo della donna è ancora una volta centrale per i percorsi culturali che sa attivare e per come sa ridisegnare e mettere in discussione i confini e le narrazioni dominanti. La rassegna è scandita dalla presenza di giornaliste, arabiste, registe, scrittrici, chef, studiose della cultura e della società palestinese.

Nello specifico, l’edizione 2018 ha in programma la realizzazione del progetto “Palestina-Israele. Oltre la narrazione” in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli: 15 designer della comunicazione verranno chiamati a una campagna di sensibilizzazione sulla questione palestinese. Ognuno di loro, quindi, dovrà creare un poster che porti avanti una narrazione diversa da quella dominante; i prodotti finali saranno oggetto di una mostra, un catalogo e una tavola rotonda sul tema della comunicazione sociale. Il programma, poi, vede la presenza della scrittrice palestinese Adania Shibli in un incontro organizzato in collaborazione con l’Università di Napoli l’Orientale. Ancora spazio, infine, a cinema e gastronomia palestinesi con l’evento “Cinema, hummus e falafel” che prevede la proiezione di “Fra cielo e terra” di Sahera Dirbas, “Farid” di Ashraf Shakah, “The fading Valley” di Irit Gal, accompagnati da hummus e falafel. Reading, presentazioni di libri e spettacoli teatrali completeranno la programmazione.

 

Il progetto è promosso e sostenuto dal Centro di Produzione Teatrale Casa del Contemporaneo in partenariato con Università di Salerno, Università di Napoli l’Orientale, Fondazione Salerno Contemporanea, Accademia di Belle Arti di Napoli, Comunità palestinese Campania, Nena News Agency. Il quotidiano Il Manifesto è media partner.

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