Elezioni: ko nel Cilento per Alfieri, l’uomo delle ‘fritture’
Ko per Franco Alfieri, il “sindaco delle fritture”, fino a un mese fa capo staff del governatore Vincenzo De Luca. Pochi, o nessuno, alla vigilia avrebbero infatti scommesso che nel “suo” collegio, Agropoli, si sarebbe piazzato al terzo posto tra i candidati alla Camera, raccogliendo solo 34mila voti con una percentuale del 26 per cento. E’ stata invece eletta Marzia Ferraioli, del centrodestra, unica eccezione al trionfo campano nei collegi uninominali del M5s. Alla vigilia del voto erano scesi in campo centinaia tra sindaci e rappresentati istituzionali del territorio, tutti a sostenere per iscritto la candidatura di Alfieri nella squadra del Pd. E l’investitura, alla fine, era stata letta come una mezza vittoria. Unica voce dissonante, prima del voto, quella dei familiari di Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’ ucciso da ignoti nel 2010: il figlio Antonio aveva duramente criticato il Pd per la candidatura di Alfieri. In tanti, ad Agropoli, leggono la debacle come una “punizione” per l’ormai noto invito del governatore della Campania De Luca, che si rivolgeva ad Alfieri chiedendo di offrire fritture di pesce in cambio di voti al referendum. Ma l’interessato ritiene invece di aver scontato l’onda lunga contro i Dem. “E’ una sconfitta che addolora. Pago il voto di protesta contro il Partito democratico. Ho fatto tutto il possibile, e anche di più. Ho sentito l’affetto e la stima di chi ha creduto in me, e questo non lo dimenticherò mai. E’ un momento difficile, per la politica in generale. Il rischio ingovernabilità è alto, ma il presidente Mattarella è un uomo saggio e saprà come tenere il timone”. E sulla disfatta del Pd? “La sconfitta è sotto gli occhi di tutti – conclude Alfieri – Speriamo che i partiti usciti vincitori siano responsabili e pensino al bene del paese”.
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