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Flop elezioni, De Luca accusa il Pd: «Così rischiamo di sparire»

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«Il Pd ha commesso errori gravi, ed ha pagato. La condizione del Pd in molte parti del Paese è un’aggregazione di notabili.

Doppio danno: un mondo chiuso di partito senza esser partito». A dirlo il Governatore della Campania Vincenzo De Luca tre giorni dopo il risultato delle urne. De Luca, ospite dell’emittente Tv Luna dice:  «Il Pd non ha saputo parlare alla pancia del Paese con un programma di 100 punti e non con argomenti vicino ai territori come la sicurezza ed il reddito di cittadinanza. Se si passa dal 41 per cento delle Europee alla metà di quei voti, è perché non si sono sapute concretizzare quelle speranze dei cittadini. Ma questo vuol dire anche che in Italia il ciclo politico ora dura poco e vale per tutti: se non sei capace di raccogliere i sentimenti delle persone perdi i voti».

Certo, non tutto è stato sbagliato. L’unico rammarico del presidente della Regione è quello di non aver insistito sull’assunzione dei 200 mila giovani nel Sud per rinnovare la Pubblica amministrazione. «Sono state fatte cose positive sul tema dell’immigrazione, quello della sicurezza urbana non è stato affrontato con efficacia. Mi ero permesso di presentare un piano per i giovani del Sud: la risposta che ho ricevuto dal Governo è che non dobbiamo fare demagogia. Avrei dovuto insistere di più. Lo faremo nei prossimi mesi: la Regione lavora ad un piano per il lavoro in Campania».

«Come dicono le Scritture: siamo nati per soffrire. Tuttavia ogni risultato elettorale è un’occasione per riflettere. C’è un successo importante dei 5 stelle e c’è un’affermazione straordinaria della Lega di Salvini. I due vincitori della campagna elettorale hanno egemonizzato rispettivamente due temi: quello della sicurezza e del reddito di cittadinanza. Ne avevo parlato con qualche dirigente del Pd: ma se voi fate un programma elettorale di cento punti, avevo detto, è evidente che non comunicate niente. Ed aver portato l’Italia fuori dalla crisi non è sufficiente. Perché c’è una differenza tra i dati economici e la condizione di vita di milioni di persone». Quindi, con un pizzico di indulgenza verso se stesso, spiega che le consultazioni territoriali non hanno risentito dello shock: «La controprova è stata offerta nel Lazio, con Zingaretti riconfermato presidente con 300 mila voti in più».

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