Che, fuor di retorica, non è come le altre. Per i tifosi ma anche per la squadra. All’andata la Salernitana si presentò al Partenio con una serie di problemi e difficoltà sul groppone. Nelle prime otto giornate di campionato aveva vinto solo una volta. Al 72°, con l’Avellino avanti 2-0, già si intravedevano nuvole nere sull’orizzonte granata.
Bollini, al centro di numerose critiche, sembrava già con un piede e mezzo fuori. Il 2-3 finale non solo consentì a Bollini di salvare la panchina, poi persa comunque due mesi dopo, ma diede un’iniezione di fiducia notevole ai giocatori. Dall’altra parte si aprì la lunga crisi dell’Avellino che nelle successive 11 partite raccolse appena 9 punti.
Ecco perché il derby non è una sfida come le altre. Ed ecco perché, per parlare della gara in programma domani alle ore 15 all’Arechi, dobbiamo partire da quella dell’andata. L’Avellino avrà il doppio se non il triplo (come i gol incassati al Partenio) di motivazioni per fare risultato. La Salernitana in questo periodo potrebbe sfruttare proprio il derby per risollevare umore e classifica.
Pensare al match di cinque mesi fa potrebbe, però, essere controproducente. Perché nel frattempo sono cambiati equilibri e scenari in una serie B che racchiude dentro di sé sempre quattro o cinque campionati in uno. Tanto è lunga la stagione che consente sempre di recuperare nel giro di poche partite. La Salernitana deve dimostrare di avere la forza per farlo, di essere in grado di allontanarsi dalla zona playout. Il derby con l’Avellino è forse la migliore occasione possibile.