Per farlo, allora, la Salernitana deve dare continuità alla vittoria ottenuta ad Ascoli dopo più di un mese di digiuno. I granata proveranno a rendere di nuovo l’Arechi un fortino inespugnabile, sebbene nel corso di questo campionato troppo spesso il Principe degli stadi si sia rivelato terra di conquista. Nel nuovo anno, ad esempio, la squadra granata ha vinto solo una volta (contro il Venezia, il 20 gennaio), per poi ottenere un pareggio e ben due sconfitte. Il derby, partita che non ha bisogno di essere preparata in maniera diversa e che porta con se naturalmente una carica emotiva, non va steccato.
Per nessun motivo. Anche perchè l’Avellino, che ha al momento lo stesso bottino della Salernitana, rispetto al team di Colantuono ha da recuperare una partita (quella col Bari, rinviata per la morte di Astori, si giocherà il 2 aprile). Pure dal punto di vista tattico il tecnico laziale sembra intenzionato a puntare sulla continuità e dunque a confermare il 4-3-3 adottato al Del Duca e gran parte dei calciatori capaci di battere l’Ascoli in casa sua. Almeno per dieci undicesimi la Salernitana che affronterà l’Avellino dovrebbe essere quella utilizzata dal primo minuto in terra marchigiana.
Davanti a Radunovic, allora, dovrebbero essere riproposti Casasola, capitan Tuia (che deve guardarsi le spalle dal prepotente ritorno di Mantovani), Schiavi e Pucino (ancora preferito a Vitale). In mediana dovrebbero giostrare l’eroe del Partenio (alias Minala), Signorelli e Ricci, che (se vincesse effettivamente il ballottaggio con Kiyine) rappresenterebbe l’unica novità rispetto alla scorsa gara. In avanti viaggiano verso la riconferma Di Roberto, Bocalon e Sprocati. Ma guai a sottovalutare Palombi e Rosina. A gara in corso, poi, potrebbe esserci spazio anche per Zito, che spera di poter scendere in campo contro la sua ex squadra.