‘Resto al Sud’ per i prodotti agricoli (di Luca De Franciscis)

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“Resto al Sud” è oramai conosciuta da molti come un’iniziativa legislativa per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali, per giovani residenti nelle regioni del Sud Italia.

Giovani di età compresa tra 18 e 35 anni possono avere agevolazioni, per iniziare un’attività, del 35% a fono perduto e del 65% a mezzo di finanziamento bancario senza interessi.

Sul sito Invitalia, ricco di notizie e approfondimenti, si legge anche “cosa non si può fare” e quali sono i settori esclusi dalle agevolazioni di “Resto al Sud”.

I settori esclusi dalle agevolazioni di “Resto al Sud” sono: il commercio all’ingrosso e al dettaglio, le attività professionali, le attività di mediazione immobiliare e tra queste quelle della pesca, acquacoltura e produzione primaria di prodotti agricoli.

E’ il caso, però, di soffermarci su alcune esclusioni e con i codici Ateco pubblicati dall’Istat, verificare quali attività possono essere avviate con la domanda “Resto al Sud”. In particolare analizziamo l’attività esclusa di produzione primaria di prodotti agricoli.

Dalle note esplicative dell’Istat si rileva che l’attività agricola (classificata con il codice 01) esclude qualsiasi lavorazione successiva dei prodotti agricoli, classificate in altre divisioni, con codici diversi. Se invece si trasformano i propri prodotti agricoli all’interno della stessa azienda l’attività conserva il codice 01 ovvero di attività agricola. (Esempio: produzione di vino da uve prevalentemente proprie).

Le attività escluse, come le attività di produzione primaria di prodotti agricoli, possono essere il volano di altre molteplici attività. Si pensi a figli dell’imprenditore agricolo professionale (IAP) che, sostenuti dall’attività del genitore, possono sviluppare un’idea d’impresa utilizzando i prodotti (materie prime) dell’azienda del genitore e avviare una nuova impresa. Sono quindi escluse dalle agevolazioni le attività di produzione primaria di prodotti agricoli, ma non le attività che dei prodotti agricoli formano l’oggetto della nuova impresa con la trasformazione e la lavorazione.

Per utilizzare le agevolazioni “Resto al Sud” e sviluppare nuove idee imprenditoriali si possono acquistare, per la trasformazione, i prodotti dall’azienda agricola di famiglia o anche di terzi. Produrre per esempio limoncello con i limoni dell’azienda agricola del genitore è cosa possibile. Produrre salse e marmellate con i prodotti delle coltivazioni di un parente entro il terzo grado è cosa possibile.

Non bisogna confondere l’esclusione prevista dal “Regolamento” laddove prevede che non sono ammissibili alle agevolazioni l’acquisto di beni di proprietà di uno o più soci dell’impresa richiedente le agevolazioni e, nel caso di soci persone fisiche, anche dei relativi coniugi ovvero di parenti o affini dei soci stessi entro il terzo grado (art. 6, comma 2, lett. b).

Esemplificando ulteriormente non si possono acquistare da parenti entro il terso grado beni immobili, macchine agricole immatricolate o comunque attrezzature perché beni esclusi, come previsto dall’art. 6 del regolamento, e non ammissibili alle agevolazioni perché devono essere beni nuovi di fabbrica e, quindi non usati.

Le attività agricole possono sviluppare altre attività (esempio: artigianato, industria, servizi) e oltre a svolgere una funzione sociale, continueranno a dare benefici per la crescita economica.

Per approfondimenti “Resto al sud” pubblicata la circolare operativa.

Luca De Franciscis

dottore commercialista

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