Uno dei simboli del capoluogo che diventa dunque dimora di clochard. Non è passato inosservato l’accampamento sotto il Massimo cittadino stamane a passanti e residenti che hanno diretto il loro sguardo verso quella casa improvvisata, dove regna la povertà, non solo materiale. Durante il giorno in giro sul lungomare ad elemosinare o a vagabondare, tornano al tramonto e restano lì fino a tarda mattinata. Alle dieci di stamane un clochard era ancora li, rannicchiato sotto coperte e scatoloni.
Prima veniva scelto come alloggio improvvisato la stazione di Salerno. Ora fanno capolino anche in altri punti, fino al Teatro Verdi. I cittadini non ci stanno: “Non si possono assistere ancora a queste scene nel 2018 – dichiarano. Bisogna trovargli una sistemazione idonea, che dia innanzitutto a loro stessi una dignità e contestulamente non tolgano la dignità dei luoghi simbolo della città”. Anche e soprattutto per evitare che gli stessi possano morire di freddo come è capitato qualche giorno fa a Milano dove un clochard è stato colpito da arresto cardiaco a causa del gelo.