Spesso il giovane obbligava il genitore ad indossare il guinzaglio, trascinandola con il collare indossato e facendola scivolare sul pavimento. Questo “gioco” perverso – spiega la polizia – andava avanti anche per mezzora, fino a quando la madre, esausta e sul punto di soffocare, veniva liberata.
Una realtà che si ripeteva quasi quotidianamente, “che vedeva spettatori attoniti e passivi il padre – che era arrivato a dormire sul furgone da lavoro per ridurre al minimo i contatti col figlio – e la sorella, che non osava dire niente perché terrorizzata” spiega la polizia.
Anche i vicini, secondo quanto emerso, erano spaventati ed evitavano di riconoscere il dramma che si consumava in quella casa. Interpellati più volte dalle forze dell’ordine, i coniugi avevano sempre negato di ricevere maltrattamenti, escludendo il figlio da ogni responsabilità, nonostante le numerosi ecchimosi che la madre presentava sul corpo.
Dal 2013 al 2017 il ragazzo ha trascorso il tempo tra carceri e comunità di recupero, ma una volta dimesso dalle strutture riabilitative, tornava a casa e riprendeva a maltrattare la madre. Solo dopo essere stata bersaglio dell’ennesima aggressione, così violenta da procurarle la rottura di una costola, la donna ha deciso di denunciare tutto alla polizia. Ad inizio febbraio si è rivolta agli assistenti sociali e al Centro Antiviolenza di Imperia che hanno accolto lei e sua figlia in una comunità.
Il giovane è stato arrestato per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni ed estorsione. A seguito della perquisizione nell’appartamento, trovati anche trecento grammi di marijuana. “Una vicenda drammatica – sottolinea il Questore di Imperia Cesare Capocasa – connotata da violenze fisiche e psicologiche incontrollate e reiterate, manipolazioni, ricatti, offese, umiliazioni, privazione della libertà personale, da parte di un figlio nei confronti della madre, il genitore più debole che non sa come reagire e difendersi. Da queste situazioni si puo’ uscire. Chiamateci sempre”.
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