Il ko casalingo con il Parma l’ultima mazzata prima della svolta cominciata ad Ascoli, proseguita con l’Avellino e concretizzata a Frosinone. Tre partite sette punti e rilancio in classifica che rende meno problematico il finale di stagione. La Salernitana ha cambiato passo ma lo ha fatto praticamente con gli stessi uomini che aveva in organico e che stava troppo frettolosamente cedendo ad altri per sfoltire la rosa.
Radunovic oggi è un baluardo tra i pali ma era stata la proprietà granata a mettere in discussione il numero uno perché spingeva per la valorizzazione di Adamonis, prodotto del vivaio Lazio e non dell’ex Avellino il cui cartellino appartiene all’Atalanta. Altro elemento su cui si puntava poco era Alessandro Tuia.
Fermato da un infortunio e con il contratto in scadenza ha rischiato di vivere da separato in casa così come accaduto a Bernardini. Ventilata a gennaio anche l’ipotesi di cessione al Novara o a qualche altro club in quanto non rientrava più nei piani, almeno tecnici. E che dire di Kiyine? Impiegato finanche come terzino e bacchettato da Lotito dopo la sfida con il Bari oggi è diventato un elemento fondamentale per la manovra granata.
In avanti, Sprocati a parte anche Bocalon e Di Roberto sono stati riabilitati dopo essere finiti nel dimenticatoio. Il primo era stato travolto dall’onda giovanile laziale con Rossi e Palombi a prenderne il posto. Il secondo è passato da oggetto misterioso, terza o addirittura quarta scelta, a elemento fondamentale nel 4-3-3 di Colantuono. La svolta è dunque siglata da giocatori che sembravano destinati a trovare spazio altrove a gennaio.
Colantuono ha avuto il merito di continua a credere in questi atleti a rilanciarli ed a valorizzarli inserendoli in un meccanismo tattico che oggi appare molto equilibrato anche per la posizione di Pucino che sembra aver tamponato una falla notevole sull’out mancino falla a cui neppure il mercato di gennaio, Popescu a parte, aveva posto rimedio.
Ora la Salernitana con 38 punti in classifica guarda al futuro con maggiore serenità essendo arbitro del suo destino. Le partite in casa contro Novara, Brescia, Entella e Cesena possono decidere la lotta per non retrocedere e mandare in archivio una stagione che, al di là di quanto buono fatto dalla squadra nelle ultime settimane resta decisamente al di sotto delle attese e delle ambizioni della tifoseria granata