Si è chiuso nel giro di 24 ore il giallo di Terzigno, anche se il finale della storia era apparso chiaro sin da ieri, con quelle lettere, ben venti, fatte trovare da Vitiello a casa sua. Quasi una confessione, con l’uomo che annunciava la volontà di “farsi giustizia” pur di porre termine a quel rapporto coniugale ormai ai titoli di coda.
Le ricerche che per un giorno intero hanno visto impegnati i carabinieri in tutto il Vesuviano e il Nolano si sono concluse stamattina poco dopo le 8, per un paradosso a poche centinaia di metri dal luogo dell’omicidio.
Probabile che Vitiello – come ha stabilito un primo esame effettuato dal medico legale – si sia ucciso subito dopo aver ammazzato la moglie. Non lo ha fatto davanti a tutti, ma ha scelto un luogo isolato. Un rudere in piena campagna, poco distante dalla succursale della ‘S.Domenico Savio’, tra rifiuti abbandonati e alberi di mandorlo, al quale si ha facile accesso dalla strada e dove stamattina lo hanno trovato i carabinieri grazie alle celle telefoniche del suo cellulare che agganciavano in quell’area.
Ritrovato anche lo scooter grigio utilizzato il giorno primo e che era servito per darsi alla fuga. In un giorno flagellato dalla pioggia, il ritrovamento del cadavere di Vitiello non ha suscitato particolare clamore: pochi i curiosi accorsi sul posto. Ancor meno le parole di pietà per chi ha la colpa di aver spezzato una giovane vita e resa orfana di entrambi i genitori una bimba di 9 anni.
“Ha fatto bene” liquida la cosa un passante. “Poteva farla finita senza fare danno ad altri” sostiene il benzinaio che ha la pompa accanto alla casa del padre di Imma nella vicina Boscoreale. Sul marciapiede dove ieri è caduta Imma Villani oggi ci sono ceri, fiori e piante a ricordarla. Spicca tra gli altri un biglietto con la scritta “Un angelo e’ volato in cielo”. “Un triste epilogo, una pagina dolorosa per tutta Terzigno.
Ora dobbiamo pensare alla bambina” dice il sindaco Francesco Ranieri spostando l’attenzione sulla figlia di 9 anni di Imma, ieri rimasta da sola a scuola con le maestre in attesa dell’arrivo degli zii materni cui è stata affidata.
“Resta il rammarico – sottolinea il sindaco – che se i nostri centri anti violenza fossero venuti a conoscenza del disagio familiare presente, saremmo potuti intervenire e magari scongiurare questa tragedia”. Ora la piccola è seguita anche dai servizi sociali. A loro il compito più difficile: quello di rispondere alle sue domande sul perché di questa violenza.
Fonte ANSA
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