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Open Onlus Salerno festeggia 15 anni: bilancio e attività in essere

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In questo arco di tempo l’associazione ha sostenuto numerosi progetti di ricerca scientifica, finanziato l’unica Biobanca al sud Italia, collaborato con il Gaslini di Genova, contribuito alla restaurazione del reparto di Oncologia dell’Ospedale Pausilipon di Napoli e stimolato la nascita della radioterapia pediatrica presso l’AOU di Salerno
In fieri tantissime attività: in essere la campagna “Un uovo per la ricerca”
Le celebrazioni hanno inizio anche con una nuova finestra social
«Vogliamo condividere su Instagram gli alti e i bassi della malattia. Queste “stories” potrebbero addirittura salvare qualcuno» – spiega il presidente Open Annamaria Alfani
Salerno,  22 Marzo 2018  Ha sostenuto numerosi progetti di ricerca scientifica che hanno portato a nuove conoscenze, sulla genesi genetica di alcune patologie oncologiche pediatriche; finanziato la costituzione della “Biobanca dei Tessuti tumorali pediatrici”, unica nel sud, presso l’Istituto CEINGE di Napoli; consentito l’arruolamento dei bambini italiani nel protocollo di cura internazionale LINES per il Neuroblastoma a basso rischio; iniziato a finanziare il primo anno del progetto di ricerca “La Biopsia Liquida nei bambini malati di tumore”, ricerca genetica che porterà alla preparazione di terapie individualizzate e alla diagnosi precoce di eventuali recidive; ristrutturato, grazie all’importante donazione di Pino Daniele con due concerti dedicati all’OPEN (uno con Eric Clapton e uno con l’orchestra Sinfonietta di Roma), il reparto di Oncologia Solida dell’Ospedale Pausilipon di Napoli, con la creazione di 14 posti letto in stanze arredate a misura di bambino; stimolato e sostenuto la nascita, presso l’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno, dell’Unico Centro Pubblico di Radioterapia Pediatrica del sud Italia con un reparto costituito da due stanze di degenza, una sala giochi e una stanza di attesa, un Garden Hospital adiacente al reparto, uno spazio completamente dedicato agli adolescenti, la decorazione del bunker con murales integrali, ed un servizio navetta a disposizione delle famiglie meno abbienti finalizzato al trasferimento quotidiano dei bambini e dei genitori, nell’ambito della Regione Campania. E poi convenzioni, protocolli d’intesa, potenziamenti, progetti.
Questo lungo elenco non è che una piccola parte delle mille e una attività che contestualizzano l’impegno di OPEN – Oncologia Pediatrica E Neuroblastoma, l’associazione salernitana nata nel 2003 per volere di genitori di bambini e adolescenti malati di cancro e di medici impegnati a combattere contro queste patologie. Un traguardo onorevole che spinge a guardare avanti, oltre.
Tante le attività già in essere come quella denominata “Un uovo per la ricerca”: anche quest’anno, in occasione della Pasqua, OPEN propone la vendita di uova di cioccolata o in ceramica a sostegno della ricerca scientifica sul cancro pediatrico. Nel primo caso si tratta di uova in cioccolato al latte o fondente con sorpresa prodotte dalla ditta cilentana Mario Greco. Nel secondo di colorate e originali uova portafortuna realizzate e dipinte a mano dalla Ceramica Artistica Solimene di Vietri sul Mare. Il contributo è di 12 euro per entrambi. E per sollecitare tutti ad un piccolo gesto di grande solidarietà, l’associazione salernitana ha deciso di aggiungere alle già note postazioni di vendita anche le scuole, per fa sì che i più giovani possano conoscere, capire e sostenere il percorso di tanti loro coetanei meno fortunati.
Inoltre Open, da tempo presente sul web (http://openonlus.org/) e su Facebook (www.facebook.com/openonlus.org) ha deciso di affiancare al social blu Instagram (www.instagram.com/openonlus – @openonlus) un altro diario sul quale catturare e condividere i momenti più significativi e le attività dell’associazione. Il progetto fonda le sue basi su coloro che da sempre sono parte integrante dell’associazione. Ogni mese le credenziali del profilo saranno affidate a diversi gruppi di persone che lo gestiranno a loro piacimento che a vario titolo partecipano alla vita dell’associazione, dai volontari ai soci onorari, dagli infermieri ai dottori, fino ai ragazzi in corsia e ai genitori. Loro potranno raccontare cosa accade dentro gli ospedali, dare voce alle famiglie, ai bambini ed ai ragazzi, mostrare il lavoro dei medici, degli infermieri e dei volontari, ma anche le piccole grandi difficoltà di ogni giorno.
«Non vogliamo usare Instagram solo per parlare dei prossimi eventi, per chiedere donazioni, né vogliamo raccontare solo i momenti tristi, che ci sono e meritano di essere condivisi – sottolinea la Alfani – ma soprattutto vogliamo lanciare un segnale di speranza, di forza, di coraggio. Queste “stories” potrebbero addirittura salvare qualcuno».
Instagram è una scelta precisa: i ragazzi tra i 10 e i 18 anni sono quelli più a rischio per le patologie oncologiche perché, non più sotto il controllo diretto dei genitori, spesso risultano poco consapevoli e informati rispetto a sintomi e rischi. E proprio questa fascia di età è quella che sembra interfacciarsi di più con la piattaforma ribattezzata, manco a dirlo, il social dei giovani. L’identità parlerà a loro, nella speranza che, punti di vista e informazioni, se corredati da immagini, emoticon, video e hashtag, risultino meno freddi e distanti, come un messaggio senza filtro riscaldato di dettagli e visioni personali.
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