«Cosa è successo? Queste due opere “migliorative”, rispetto a un progetto che è stato già attuato ed è in fase di collaudo, hanno avuto un cedimento. – aggiunge il primo cittadino – Sembra, addirittura, che ci possano essere degli aspetti inquietanti dietro questi fatti, dove l’Amministrazione è solo parte lesa. Tutto ciò non mette in alcun modo in discussione l’attività di depurazione delle acque, ma crea degli interrogativi sulla funzionalità delle opere aggiuntive. C’è da dire che abbiamo fatto in tempi non sospetti le dovute comunicazioni anche alla Procura della Repubblica, a cui abbiamo trasmesso gli atti.
Quindi, l’Amministrazione comunale è tranquilla e soprattutto parte lesa in questa vicenda. Inoltre, stiamo parlando di “dischetti” che vengono usati in numerosi depuratori lungo la fascia tirrenica e sembra che tali difficoltà si siano verificate anche in altri impianti. Del resto, è paradossale che i dischetti di Capaccio Paestum siano finiti a Lucca o viceversa, anche perché poi parliamo di filtri che hanno la stessa forma e nessun codice identificativo rispetto ai vari depuratori che utilizzano questo sistema. A questo punto, mi interrogherei sulla validità di questa tecnologia migliorativa perché, se lo è solamente sulla carta, spero che la magistratura faccia piena luce. Inoltre, ci tengo a precisare che, per quanto riguarda Capaccio Paestum, resta fermo il concetto che tutte le attività di monitoraggio e di analisi delle acque sono positivi».
«Spero, ancora una volta, che si faccia piena luce su questa vicenda – conclude Palumbo – affinché l’Amministrazione comunale abbia la facoltà eventualmente di costituirsi parte civile in tutto questo procedimento e anche per verificare le procedure che sono state messe in essere, ma non da questa Amministrazione che ha ereditato tutto il progetto, ma da chi è stato responsabile nella scelta di questo tipo di tecnologia aggiuntiva che alla luce dei fatti avremmo potuto farne a meno, avendo un depuratore all’avanguardia.
Tutto il clamore mediatico sulla presenza dei dischetti, che è veramente minima se pensiamo alla plastica che troviamo sulle nostre coste, fa più danni. Tali problemi vanno affrontati in modo serio e non certamente puntando il dito contro Capaccio Paestum quale fonte della perdita di milioni questi dischetti che forse l’opera complessivamente non può neanche contenere».
Amministrazione dormiente … ovviamente parte lesa…procurato allarme … hihihihih
Il sindaco di Capaccio o meglio il responsabile dell’impianto di depurazione ci deve sempre spiegare o meglio lo spiegherà alla Magistratura perchè dalle prime segnalazioni inerenti la presenza dei dischetti a mare e sulle spiagge iniziate sin dal 20 febbraio scorso soltanto un mese più tardi si è risaliti all’individuazione dell’impianto il cui guasto avrebbe provocato la diffusione dei filtri e cioè per quale ragione chi ha la gestione dell’impianto non ha denunziato immediatamente alle Autorità competenti per cercare di provvedere in merito. E poi dall’ultimo controllo eseguito dall’Arpac del 22/08/2016 è risultato che tra i parametri non conformi vi sia azoto ammoniacale ed escheria coli. Senza poi dimenticare che risale a due anni fà lo stanziamento da parte della Regione Campania della somma di oltre 4 milioni e mezzo di euro per l’adeguamento dell’impianto di depurazione di Varolato……..una sola parola VERGOGNA!