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Parcheggiatori abusivi: in 34 a processo per estorsione

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Scatta il processo per i 34 parcheggiatori abusivi accusati di estorsione. Il dibattimento a metà maggio davanti ai giudici della Terza sezione penale.

Tutte le volte che i parcheggiatori si avvicinavano al finestrino e pronunciavano la frase “una cosa a piacere” scattava l’ipotesi di estorsione. Anche se non era diretta, la minaccia è da considerarsi implicita secondo i magistrati. Questo principio è stato confermato anche dai giudici della Cassazione che si è espressa sul ricorso presentato da due imputati. L’obolo chiesto dal parcheggiatore, in buona sostanza, non è qualificato come un contributo volontario.

I fatti, oggetto del procedimento, si riferiscono al periodo compreso tra il 2016 e il 2017quando gli inquirenti ,attraverso una fitta attività investigativa fatta di appostamenti, riuscirono a filmare i fenomeni estorsivi messi in piedi dagli abusivi. Le posizioni degli imputati non sono tutte uguali: sebbene il reato di estorsione (consumata o tentata) sia contestato a tutti, i comportamenti concreti variano dalla richiesta di somme “a piacere”, fino all’ applicazione di tariffari,  con richieste anche di 3 o 5 euro a vettura.

 

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