Affaritaliani.it pubblica la testimonianza di una lettrice: “Sono la compagna di un papà separato ridotto sul lastrico. Non mollate, non arrendetevi, unitevi e fate valere i vostri diritti”. di Francesca D.
Sono la compagna di un papà separato ridotto sul lastrico. Uno di quei papà che vive per i figli, che se ne prende cura, che li accudisce e che soffre quando è costretto a stargli lontano.
La sua è una storia come tante, in cui l’ex moglie prima lo tradisce e poi lo lascia per l’uomo con cui lo aveva tradito, quindi è costretto non solo ad andare via di casa, ma anche a dare gli alimenti a lei, la cara signora non lavora ed ha 30 anni, e il mantenimento ai figli. Passa un anno ci conosciamo e ci innamoriamo e da questa unione nasce un figlio. Nel frattempo lui si rivolge ad un avvocato per ottenere il divorzio e porre fine alle continue richieste economiche dell’ex moglie che lo usa come bancomat. Da quel momento la signora si accanisce contro l’ex marito inventando una serie di querele con la complicità del compagno. In attesa della fine della sentenza di divorzio, le querele, alcune archiviate, altre sono andate avanti e viene chiamato in causa dal Tribunale.
Lui prende 1100 di stipendio, 400 ne da di mantenimento complessivo, rimangono 700 euro con cui dovrebbe andare avanti lui, pagare le spese straordinarie dei figli, lo impone la legge, e mantenere l’altro figlio. Purtroppo tanti sono i padri che vivono situazioni come questa, per colpa di una legge vecchia di 50 anni. Sembra di vivere negli Cinquanta dove era compito degli uomini lavorare e mantenere la famiglia ed era compito delle donne stare a casa ad accudire i figli e marito e a tenere pulita la casa. Peccato che le cose sono molto cambiate. Gli uomini, i padri come il mio compagno si occupano dei figli a volte meglio delle madri, li lavano, li vestono, cucinano per loro, preparando anche pappe, cambiano pannolini, cantano ninne nanne, li aiutano a fare i compiti, si preoccupano se stanno male, li portano a visita dal pediatra e tanto altro. Non sono papà ma dei “mammo”.
Allora mi chiedo perché deve esistere una legge così ingiusta e discriminatoria? Perché un papà deve essere ridotto a fare il bancomat e il baby-sitter partime? Perché una “madre” giovane, quindi con capacità lavorativa, può permettersi di essere nullatenente e non essere parte attiva al mantenimento dei figli, mentre se lo fa un padre può essere condannato e addirittura con la nuova legge 570 bis arrestato? Quando si decide di mettere al mondo un figlio, la responsabilità di prendersene cura, accudirlo, crescerlo e mantenerlo è di entrambi i genitori non può e non deve essere solo dell’uomo. È una vergogna. Tanti sono i papà che combattono per i loro figli e tanti invece che si sono arresi. A tutti dico: “non mollate, non arrendetevi, unitevi e fate valere i vostri diritti. Manifestate, unitevi in un movimento solo così riuscirete a far sentire la vostra voce.
Fonte Affaritaliani
Quando ci si chiede “perchè” succedono poi dei drammi smettete di fare gli indignati per sport che sanno solo condannare e cominciate ad analizzare seriamente i motivi.
Tipo iniziando da questo articolo.
Anche perchè condannare senza capire non risolve sicuramente il problema e, anzi, contribuisce a creare quel muro di gomma per cui una persona non trova altra via d’uscita che chiudere per sempre la questione.