Alle uscite di Coda e Donnarumma non sono seguiti attaccanti di eguale peso specifico in attacco ed il problema del gol è stato ed è un problema per questa squadra. Una compagine, quella granata, che non ha mai sfigurato con le big del torneo a cominciare dalla capolista Empoli battuta all’andata e sconfitta al ritorno nella parte finale da un ex che a Salerno faceva la panchina. E poi Palermo, Frosinone, Parma, Perugia, Bari.
La Salernitana è sempre stata in partita, non è mai stata schiacciata dagli avversari più titolati e con un vantaggio di punti notevole. Le differenze con le big del torneo non si sono vestite. Tutto questo spiega il rammarico per aver gettato al vento una grande occasione: puntare al terzo anno di B a qualcosa di più di una semplice salvezza.
Il prossimo sarà il quarto anno tra i cadetti, l’anno del centenario e delle celebrazioni importanti. Pensare positivo è d’obbligo ma la società a salvezza ottenuta potrebbe fin da subito dare un segnale di rottura con il passato. Allestire una squadra competitiva senza dover necessariamente aspettare l’ultimo giorno di mercato. Un modo di fare che permetterebbe a tanti di capire che qualcosa, dagli errori del passato, lo si è finalmente compreso