Gli agriturismi producono rifiuti e pertanto rientrano nel presupposto per l’applicazione del tributo che è il possesso, l’occupazione o la detenzione, a qualsiasi titolo e anche di fatto, di locali o di aree scoperte a qualunque uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati. L’art. 3, terzo comma, della Legge n. 96/2006 e l’art.3, terzo comma, della L.R. 15/2008 prevedono che “i locali utilizzati ad uso agrituristico sono assimilati ad ogni effetto alle abitazioni rurali”.
Spesso i regolamenti comunali per l’applicazione della Tari assimilano per analogia l’agriturismo agli alberghi e ai ristoranti, senza prevedere riduzioni in virtù delle limitazioni operative imposte dalle norme regionali (giorni di attività, posti a sedere, posti letto, ecc), dall’obbligo di utilizzare materia prima aziendale (60%) con conseguente riduzione della produzione di rifiuti con particolare riferimento a confezioni e imballaggi, dal ridotto conferimento del rifiuto umido e suo riutilizzo (tramite compostaggio e similari), dagli inferiori livelli di prestazioni (distanza dai cassonetti, frequenza del ritiro).
Al fine di promuovere e sostenere gli agriturismi riconoscendo agli stessi un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del territorio rurale, Coldiretti e Terranostra invitano le Amministrazioni Comunali a individuare per le attività agrituristiche che svolgono attività sul fondo agricolo – e che rispettano i vincoli dettati dalla L.R. 15/2008 e dal D.P.R. 18/2009 – tariffe almeno proporzionali ai giorni di apertura, che tengano conto delle peculiarità di questa attività connessa all’azienda agricola. Si invita, in tal senso, a prevedere nel Regolamento Comunale la non equiparazione dell’attività agrituristica alla ristorazione tradizionale.
In particolare si invitano le Amministrazioni Comunali a riconoscere per le utenze non domestiche che esercitano l’attività agrituristica una riduzione della tariffa con i seguenti criteri: percentuale sulla quota fissa della tariffa commisurata ai giorni di apertura previsti dal “piano agrituristico”, quota variabile calcolata sulla base degli effettivi conferimenti registrati.