I due subacquei, una volta fatti riemergere, sono stati identificati e quindi denunciati, a piede libero, alla competente Autorità Giudiziaria perché resisi penalmente responsabili di violazioni alle leggi comunitarie e nazionali che tutelano la particolare specie ittica ed il patrimonio ambientale.
L’attività posta in essere ha permesso il sequestro di 20 kg. di datteri di mare nonché dell’attrezzatura completa per la respirazione ausiliaria, comprese una piccozza ed una pinza estrattrice per la raccolta del pregiato frutto di mare.
La pesca del dattero, assolutamente vietata, continua ad essere perpetrata da spregiudicati pescatori di frodo grazie ad un mercato nero del consumo che alimenta la richiesta del prodotto. Si tratta di un tipo di pesca altamente lesiva dell’ecosistema marino, poiché possibile soltanto attraverso manovre estrattive che distruggono irreversibilmente i tratti di scogliera in cui naturalmente il dattero di mare vive.
La domanda è sostenuta da pescherie compiacenti che, incuranti dei divieti, offrono in vendita, con grande disinvoltura, datteri di mare agli avventori, così coinvolgendoli nell’illecita commercializzazione.
Le pene previste per chi pesca, detiene e commercia datteri di mare sono molto serie, essendo prevista una multa fino a 12.000 euro e finanche l’arresto da due mesi a due anni.