Archiviate le accuse a Damiani, la pista privilegiata resterebbe però quella della droga, che nella frazione marina di Acciaroli aveva preso piede a tal punto da scatenare la reazione in prima persona del sindaco Vassallo. Secondo le indiscrezioni, al vaglio degli investigatori continuerebbe ad esserci anche l’agguato che, venti giorni prima dell’omicidio di Vassallo, Bruno Damiani subì in una discoteca di Palinuro località che tornerebbe ad essere al centro delle indagini in mordine allo smistamento di quantitativi di droga consistenti forniti da gruppi criminali del Napoletano (da Secondigliano alla zona stabiese) nella stagione estiva. Qualcuno lo accoltellò e, secondo gli inquirenti, quel litigio sarebbe legato a dissidi per la gestione dello spaccionelle località cilentane. Quella sera Damiani fu ferito, varcò la soglia dell’ospedale di Vallo della Lucania poi dimesso. Non solo. Agli atti dell’indagine risulta che pochi giorni dopo quel ferimento vi fu a Salerno un agguato misterioso, rimasto a lungo sotto silenzio, nel quale il “brasiliano” avrebbe inseguito pistola in pugno, a Pastena, il presunto aggressore della discoteca.
Il filo delle indagini si dipana lungo la direttrice Salerno-Pollica-Palinuro. E mistero si aggiunge a mistero. Una delle persone ascoltate dai carabinieri nel corso delle indagini dichiarò che adassistere Damiani durante il ricovero in ospedale sarebbe stato l’albergatore Giovanni Vassallo , gestore all’epoca di un hotel di Acciaroli che, cinquanta giorni dopo la morte del “sindaco pescatore”, fu oggetto di due attentati incendiari anch’essi rimasti finora senza colpevoli. Dei rapporti con la famiglia di albergatori il magistrato ha chiesto a Damiani nel corso di alcuni interrogatori a cui è stato sottoposto negli anni scorsi, soprattutto quando una bomba ben confezionata (fu confezionata con tritolo e chiodi) fu fatta esplodere all’ingresso dell’hotel della famiglia che porta lo stesso cognome del sindaco ucciso.