In particolar modo, il tifoso non si era recato a firmare durante la partita dell’11 marzo 2012 tra Astrea e Salerno Calcio.
Il giudice ha però assolto il tifoso granata perché la firma è stata omessa durante una partita della compagine di Lotito e Mezzaroma e non durante una partita della Salernitana come riporta il quotidiano La Città.
Come si ricorderà, solo un anno dopo il loro arrivo all’ombra del Castello d’Arechi, al termine del campionato di serie D appena vinto, Lotito e Mezzaroma acquistarono gli storici beni immateriali ch’erano in possesso della Energy Power, trasformando la denominazione del proprio club inUnione Sportiva Salernitana, con colore sociale granata e simbolo dell’ippocampo.
Nella prima stagione della nuova gestione, invece, la proprietà capitolina preferì evitare rischi e non richiamare in alcun modo nome e segni distintivi della vecchia società appena “scomparsa”, denominando il neonato sodalizio Salerno Calcio, scegliendo magliette azulgrana un po’ in stile Barcellona e cucendo all’altezza del petto il logo municipale con l’effige di San Matteo.
A voler mischiare sacro e profano, proprio il Santo Patrono ha di fatto “salvato” dalla condanna il tifoso del cavalluccio marino ch’era finito a processo.
Questa sentenza, ridendo e scherzando, potrebbe causare un enorme arrossamento nelle parti basse a Criscitiello perché significa che la Salernitana, legalmente, non ha mai giocato nei dilettanti, diversamente dall’Avellino che è di casa nella categoria.