L’elaborato per l’abilitazione professionale fu ritenuto oggetto di plagio finendo in una più ampia attività della magistratura. Il pm, titolare del fascicolo, dopo aver acquisito la notizia di reato, emise un decreto penale di condanna più 7mila euro di multa per la professionista.
Un dispositivo impugnato dal legale della donna, l’avvocato Antonio Raiola, che ha deciso di affrontare il giudizio davanti al Tribunale monocratico di Nocera Inferiore. La difesa ha così dimostrato che l’insussistenza della violazione del bene tutelato dalla norma del plagio, afferente alla fede pubblica personale. In parole povere, la 38enne non ha mai copiato al compito del 2015, usando però terminologie di uso frequente nella Giurisprudenza.
Le stesse parole, infatti, erano state citate anche dall’enciclopedia online “Wikipedia”, traendo così in inganno la Commissione di Brescia che aveva definito sospetto il compito della candidata di Angri.