I DETTAGLI
Ucciso ed occultato nel raggio di pochi metri. Antonio Pascuzzo va all’appuntamento con Karol Lapenta ma trova la morte. Karol Lapenta, secondo quanto confessato, lo uccide con 7 coltellate di cui una fatale al cuore. La zona è quella del campo sportivo e della palestra comunale di Buonabitacolo. E’ lì che i due, pusher ed acquirente, si incontrano per lo scambio di droga. E’ lì che Pascuzzo morirà. Ma il suo corpo viene verosimilmente trascinato per circa 50 metri dall’assassino che per nasconderlo lo lancia nel vuoto. Un volo di circa 5 metri al termine del quale il cadavere di Antonio Pascuzzo resta sul greto del torrente Peglio, nascosto tra la vegetazione. E’ lì che viene ritrovato sabato 14 aprile dagli uomini della Protezione civile di Padula.
L’ARMA
L’arma usata per uccidere è la stessa che Karol Lapenta usa per disossare le carni in macelleria. Un coltello con una lama di circa 12 cm che il killer porta con sé, nel suo zainetto, per andare all’incontro con il suo pusher. Un elemento che dunque ha fatto ipotizzare la premeditazione dell’omicidio commesso quella notte. Karol Lapenta, infatti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, porta con sé il coltello prelevandolo quel pomeriggio dalla macelleria in cui lavorava. Lo mette nel suo zaino, colpisce a morte Antonio Pascuzzo e riporta l’arma sul posto di lavoro. Sarà proprio in macelleria che gli inquirenti la ritroveranno su indicazioni dello stesso Lapenta. L’arma inoltre è risultata assolutamente compatibile con le ferite analizzate durante l’autopsia dal medico legale Adamo Maiese.
LE MODALITA’
Antonio Pascuzzo viene ucciso con una effereazezza che lascia senza parole anche gli inquirenti. 7 coltellate al torace e alla schiena. Una fatale al cuore. Ma l’assassino non si ferma, infierisce sul corpo esanime del povero diciottenne, sferrandogli un calcio al volto con le scarpe che indossava in quel momento. Un paio di scarpe antinfortunistica di cui sono state trovate tracce anche durante l’autopsia. Una violenza ed una crudeltà che stridono abbastanza con il movente dichiarato: i 50 grammi di droga.
IL MOVENTE
Movente assolutamente confermato dagli inquirenti durante la conferenza stampa di stamattina. Ma lo stesso Procuratore e lo stesso Colonnello provinciale hanno lasciato aperta una porta: al movente per droga potrebbero aggiungersi altri elementi che potrebbero venir fuori dall’interrogatorio di garanzia e dalle successive indagini. Elementi che potrebbero dare una spiegazione ancor più plausibile, laddove possa essere plausibile un omicidio, all’efferatezza del delitto. Forse vecchie ruggini, forse un livore che durava da tempo, forse debiti accumulati. Tante ipotesi da accertare ed appurare.
Di certo c’è che Karol Lapenta, ascoltato dagli inquirenti nei giorni delle ricerche, aveva dichiarato di essersi incontrato quella sera con Antonio Pascuzzo, che, sostiene, fosse il suo pusher da qualche mese. Ma l’incontro si era concluso, secondo le dichiarazioni rese da Lapenta nei giorni delle ricerche, serenamente, e ognuno dei due aveva proseguito per la sua strada. Solo nell’interrogatorio tenutosi in caserma a Sala Consilina, la notte tra sabato 14 aprile e domenica 15 aprile, Lapenta è crollato ammettendo le sue responsabilità sull’omicidio. Ma Lapenta, secondo quanto riferito dai Carabinieri e dal Procuratore Russo, afferma che quella sera non ci sia stata alcuna lite. E allora come ha fatto a degenerare in cotanta violenza lo scambio di 50 grammi di marijuana? Le indagini sono ancora in corso.
Fonte italia2tv.it