Il nonno non aveva studiato oltre la quinta elementare. In verità, tra i nati prima del 1900 questo era un problema comune ai più. Però aveva esperienza da vendere ed era prodigo di consigli.
Con gli anni, abbiamo capito cosa voleva insegnarci.
Solo “smuovendo la vita”, la vita può prendere energia, irrobustirsi ed espandersi: bisogna saper dare vita alla vita, per avere più vita.
E’ una regola che oggi abbiamo ben presente e che è certamente nota a coloro che hanno vissuto pesanti esperienze e hanno patito proporzionali sofferenze.
Ed è una regola valida anche per l’intera comunità di appartenenza.
Dare “vita alla comunità” significa fare le scelte giuste per imprimerle una significativa carica di vitalità e consentirne la crescita in termini di economia, coesione, socialità, cultura, pensiero, inventiva, fantasia, iniziativa, educazione. Per renderla felice, gioiosa e appagata,
Spetta a chi ha la delega “smuovere i ceppi giusti per far respirare la comunità”, a cominciare dalla cura dell’ambiente urbano che costituisce il “brodo di coltura” dal quale essa trae alimento ed al quale restituisce alimento trasformandolo nella espressione del suo livello di “cultura”, di civiltà, del modo di vivere, della qualità della vita.
Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio dove la storia è vita e la vita è storia. In una Città che, per dimensione, posizione e ambiente, è il luogo migliore dove potevamo mai pensare di trascorrere il nostro quarto d’ora di esistenza.
Eppure, viviamo in un ambiente soffocato, modellato secondo logiche di profitto personale, incapace di esprimere e di utilizzare per il bene comune le sue vere ricchezze.
Noi pensiamo sia venuta la pienezza del tempo per dare un respiro nuovo alla comunità.
Nei nostri commenti, avviati ormai da circa un anno, abbiamo inteso affrontare i tanti problemi presenti in Città con gli occhi di chi la conosce e la ama, prospettando soluzioni di riqualificazione ingenui o fantasiosi, ma sempre nell’ottica di dare “aria alla fiamma per alimentare il fuoco”.
Nelle settimane a partire dal 21 Marzo scorso, abbiamo parlato del “Quadrilatero del Duomo”, area centrale di vitalità commerciale e di storia e cultura millenaria, proponendo la realizzazione di un unico, ampio, percorso pedonale che, partendo dagli Archi del Diavolo e passando per la parte superiore di Via Fieravecchia e di Via Velia, possa condurre al Corso principale, per le scale di Via Torretta (la nostra “Trinità dei Monti”), e a Largo Plebiscito, attraverso Via San Benedetto e Via Bastioni.
Un’area di qualità, ove riorganizzare la vita sociale nel rispetto dei requisiti di vivibilità indispensabili per una moderna realtà urbana.
In sostanza, noi abbiamo proposto di replicare quanto già fatto in tante altre Città d’Italia dove i progetti di rinascita urbana sono stati incentrati sulla restituzione ai cittadini di più ampi spazi, slarghi e angoli, con la pedonalizzazione delle aree centrali e la restrizione, totale o parziale, del traffico urbano.
Noi pensiamo che eguali provvedimenti possano essere adottati anche qui, da noi, per ridare “respiro” ad una parte caotica e convulsa che potrebbe apportare la giusta “ossigenazione”, effettiva e figurata, a tutto il Centro e massimizzarne l’utilizzo in chiave di promozione turistica.
Dare respiro alla comunità, per avere più comunità.
Siamo consapevoli, ovviamente, delle proteste formulabili da chi usa le strade del Centro come parcheggio quotidiano.
Premesso che una corretta mobilità urbana è l’effetto di una sapiente gestione delle linee del trasporto pubblico, è evidente che la realizzazione di un interesse generale non può essere sottomesso a quello particolare, soprattutto quando quest’ultimo appare generato da una modalità egoistica di vivere la vita.
Perché in una Città si vive come si deve, non come si vuole.
Sul trasporto pubblico, ci esprimeremo in appresso. Per il resto, si potrebbe intervenire sulle tante variabili quali gli orari di lavoro e del commercio o il decentramento degli uffici in quartieri alternativi anche come modalità per alimentare la vitalità degli stessi. Lo abbiamo già sostenuto (salernonotizie.it – 29/11/2017).
Esistono, comunque, in prossimità del Centro, spazi concreti da destinare a parcheggio, a cominciare dal trincerone.
In effetti, ci appare indubbio che il suo tratto iniziale, tra la rotatoria di Via Sant’Eremita e Via dei Principati, per la mancanza a monte di una consistente alimentazione, abbia mostrato flussi di traffico alquanto ridotti sia in discesa che in salita, questi ultimi rivolti a destinazioni specifiche e circoscritte.
Né genera traffico la direttrice dal viadotto Gatto a Via de Renzi e Via Sorgente in considerazione delle ristrette dimensioni stradali.
Conseguentemente, questa parte del trincerone, è oggi divenuta una lunga area di parcheggio dove gli automobilisti arrivano prevalentemente alla ricerca di una sistemazione.
L’accentuazione di tale funzione, con la realizzazione di posti a spina di pesce, magari su un solo lato, ne accrescerebbe del doppio la disponibilità senza incidere sulla regolarità dei flussi che, anzi, non potrebbero più utilizzare le corsie come piste di velocità, soprattutto per motorini.
Altre opportunità potrebbero essere offerte dal cambio di destinazione dei tanti locali, in reticoli secondari, che hanno perso da lungo tempo l’uso commerciale.
Senza dimenticare, infine, la trasformazione in piazza, con relativo enorme parcheggio, dell’area compresa tra la Stazione Ferroviaria ed il nuovo Tribunale secondo un progetto da noi già commentato (salernonotizie.it – 10/09/2017).
La nostra Città, nella sua parte storica, non è sorta dal nulla, ma è il frutto del lavoro di generazioni che l’hanno plasmata nel rispetto delle condizioni di vita del loro tempo. Essa rappresenta, oggi, la principale risorsa di cui disponiamo, insieme alle qualità ambientali, e la vera ricchezza da valorizzare “smuovendo i ceppi nel modo giusto per dare vigore al fuoco”. Come faceva il nonno.
Il “Quadrilatero del Duomo” va preservato e offerto come luogo da vivere, non da stravolgere per nostra egoistica convenienza.
Dare vita alla vita è un atto di amore.
Questa Città ha bisogno di amore.
Associazione Io Salerno – Officina di Pensiero
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