Era la sera del 5 maggio 1998 e dopo giorni di pioggia incessante di uno strano inizio maggio una marea nera di fango travolse Sarno, inghiottendo uomini e cose. Centosessanta le vittime di quella tragedia che coinvolse anche altri comuni della valle, come Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello. Sarno pagò il prezzo più alto, con 137 morti e la frazione Episcopio spazzata via dalle colate di lava fredda. Oggi, dopo venti anni, Sarno ha visto completarsi l’85% delle opere previste. “Ma è venuta meno la messa in sicurezza della montagna” osserva Antonio Milone che in quella tragedia perse il padre e che da anni guida l’associazione dei familiari delle vittime. Il problema vero è la manutenzione e non ci sono fondi. Ad allungare lo strazio dei parenti delle vittime resta in piedi la questione risarcimenti. Una settantina i giudizi pendenti.
Fonte Ansa