Il piccolo è morto all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool, dove era ricoverato dal dicembre 2016. Il 23 aprile i medici hanno ottenuto l’autorizzazione della giustizia britannica a staccare la spina, ma Alfie ha continuato a respirare per quattro giorni, anche senza l’ausilio del ventilatore meccanico. Invano i genitori avevano chiesto di continuare a lottare e inutili sono state anche le richieste affinche fosse consentito ad Alfie di trascorrere a casa le ultime ore di vita.
Tre giorni fa i giudici della Corte d’Appello di Londra avevano respinto il ricorso avanzato dalla coppia inglese per portare il bimbo in Italia, reputando inutile il trasferimento al Bambin Gesù di Roma o al Gaslini di Genova, viste le sue condizioni. Alfie è quindi rimasto in Gran Bretagna nonostante il Consiglio dei ministri italiano gli avesse concesso la cittadinanza per motivi umanitari. I genitori, disperati, avevano più volte richiesto anche l’intervento del Papa nella vicenda e migliaia di persone avevano risposto alla ‘chiamata’ lanciata sui social da Tom per costituire un ‘Esercito di Alfie’, a difesa della vita del piccolo.
Un ultimo disperato appello nella notte, sempre via Facebook, ai sostenitori dell’Alfie’s Army, a mandare ‘preghiere’ e ‘100 profondi respiri al nostro guerriero’ era arrivato da Sarah Evans, zia di Alfie, segnale che le condizioni del bambino si stavano aggravando, dopo una giornata trascorsa apparentemente senza novità, con i genitori ormai rassegnati alla fine delle speranze di un trasferimento in Italia e impegnati a dialogare con i medici dell’ospedale sulla possibilità di riportarlo a casa. Ma il tempo non è bastato.
La vicenda di Alfie ha toccato profondamente anche lo staff medico che si è preso cura del bambino: è stato “un viaggio devastante”, scrivono i medici dell’ospedale nel messaggio di cordoglio indirizzato in primo luogo ai genitori, dopo mesi di scontri legali. “Vogliamo esprimere – si legge nella nota – le nostre condoglianze dal profondo del cuore alla
famiglia di Alfie in questo tempo di estrema angoscia. È stato un viaggio devastante per loro. Ora chiediamo sia rispettata la loro privacy e la privacy dello staff dell’Alder Hey”.
Fonte Repubblica.it
Nemmeno a casa l’hanno fatto ritornare,solo alla famiglia reale è consentito tutto,che schifo.