Dal 28 settembre scorso, quando la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza di dissequestro delle Fonderie emessa dal tribunale del Riesame disponendo il rinvio per una nuova pronuncia, ne è passata di acqua sotto i ponti. I 110 dipendenti della fabbrica di Fratte, che sono sotto ammortizzatori sociali e lavorano per non più di due settimane al mese, sono stati prima licenziati e poi ricollocati al loro posto dai titolari dell’opificio, che nel frattempo hanno subito la revoca dell’Autorizzazione Integrata Ambientale dalla Regione poi ripristinata dai giudici amministrativi del Tar.
Una storia a colpi di ricorsi e sentenze, quella recente delle Fonderie Pisano, in cui si innestano le barricate alzate ovunque la proprietà pensi di costruire un nuovo stabilimento all’avanguardia. Gli ultimi in ordine di tempo sono i sindaci del comprensorio del Cratere, quello di Buccino su tutti, che annunciano modifiche ai piani urbanistici e alle destinazioni d’uso dei suoli nel caso di una delocalizzazione nel loro territorio.
Eppure i Pisano stanno partecipando, con tutte le carte in regola a loro dire, ad un bando che l’Asi ha emanato per quelle aree industriali, da anni in decadimento, proponendone un rilancio in termini di sviluppo ed occupazione. Nel mezzo c’è la decisione che il Riesame andrà a depositare entro questa settimana, al massimo all’inizio della prossima. E da quel momento, potrebbe esserci la sterzata decisiva, in un senso o nell’altro.
Fonte LIRATV