L’imputato, difeso dagli avvocati Giovanni Annunziata e Giovanni Palumbo, è un ragazzo di 26 anni di Angri. La vittima, presunta, un ragazzino di soli 11 anni. I fatti risalgono alla fine del 2015. A far scattare l’inchiesta della procura fu la denuncia dei genitori del piccolo, allievo in una scuola di basket guidata dall’imputato, che in questo caso rivestiva il ruolo di istruttore. Stando a quanto riferito dai genitori e confermato in parte dal piccolo, durante un incidente probatorio voluto dagli inquirenti per cristallizzare le accuse, il ragazzino era finito al centro delle attenzioni insistenti, ambigue e morbose del suo maestro.
Nel corso del dibattimento erano stati acquisiti agli atti anche i messaggi scambiati via cellulare, «oltre seicento in circa 5 mesi», come riferito in aula dal maresciallo che si occupò dell’informativa, per una media superiore di dieci volte rispetto al numero di tutti gli altri contatti telefonici totali, con numerose conversazioni notturne.
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