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Troppe “lucciole” a Salerno, Lega vuol riaprire le ‘case chiuse’

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“Salerno, famosa finora per le Luci d’Artista starebbe per raggiungere un altro invidiabile primato: prima per la presenza di “Lucciole”, cosa che la sta rendendo destinazione ideale per particolare “turisti” provenienti da ogni parte della Provincia e della Regione”.

A scriverlo in una nota il consigliere comunale della Lega Giuseppe Zitarosa e dei coordinatori provinciali Mariano Falcone e Christian Santoro.

“Sulla litoranea salernitana ed, in particolare, nella zona dello stadio “Arechi”, ormai abitata da numerosi nuclei familiari che occupano le nuove abitazioni costruite, si possono trovare una moltitudine di prostitute, molte giovanissime, che spuntano dappertutto.

Lasciare queste donne per strada è disumano e, soprattutto, ad arricchirsi è solo la malavita, aumentando così il problema della criminalità a Salerno e minando la sicurezza dei cittadini e di conseguenza il “volto” della città che meriterebbe ben altro.

Nessuno, peraltro, ha ancora capito che un terzo dell’economia è sommersa perché un terzo dell’economia gira intorno a droga e prostituzione. Le leggi in proposito non vengono tirate in ballo quasi mai, tanto che denunce per sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione sono rarissime. Le lucciole non possono pagare le tasse e sono costrette a vivere come fuorilegge. E, in ultimo, si dà modo ai trafficanti di essere umani di portare qui altre povere ragazze dal nord Africa e posti simili”.

I tre leghisti lanciano dunque la proposta: “In Italia le case di tolleranza sono state chiuse nel 1958, anno in cui fu emanata la celebre “legge Merlin” che aboliva la regolamentazione della prostituzione, introducendo i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della stessa. Si potrebbe quindi regolamentare nuovamente e tassare la prostituzione, riaprendo le “ case chiuse”. Rappresenterebbe un atto di civiltà come già avviene in tanti Paesi Europei.

In questi Paesi si sono messe delle regole, si sono date delle garanzie. E’ un lavoro come un altro che si fa per scelta ed è sanitariamente tutelato e, soprattutto, tassato. Le tasse che incasserebbero i Comuni potrebbero essere eventualmente destinate a favorire l’apertura di nuovi asili nido o altri servizi sociali. Questo modello, dunque, potrebbe essere adottato anche a Salerno, eliminando così tutte le problematiche che ruotano attorno alla prostituzione”.

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