Sulla doppietta di Benatia come sul raddoppio di Dougals Costa, pesano gli errori della difesa rossonera e di Donnarumma in particolare. L’autorete di Kalinic, il più grossolano di questi errori, ha di fatto segnato la resa della squadra di Gattuso. È stata la 6^ finale in gara unica tra Juve e Milan e nei 5 precedenti, 4 volte la partita era finita ai calci di rigore, mentre l’altra era stata decisa ai supplementari con da un gol di Morata. Era il 21 maggio 2016.
Scelte tattiche
Massimiliano Allegri schiera un 4-3-3 con Douglas Costa–Mandzukic-Dybala in attacco. Higuan inizialmente in panchina. Il Milan, che cerca il sesto trionfo in Coppa Italia e non vince il trofeo dal 2003, va in campo con un analogo 4-3-3. Gattuso sceglie Suso, Cutrone e Calhanoglu per il tridente.
Khedira e Calhanoglu per rompere il ghiaccio
Pioggia fino a pochi minuti dal via e colpo d’occhio strepitoso all’Olimpico, con la curva Sud occupata dai tifosi juventini e la Nord dai milanisti. Cuadrado gioca esterno basso per mettere in difficoltà Çalhanoğlu, mentre Mndzukic è nel ruolo di punta “vera”, con Dybala a destra e Douglas Costa a sinistra. Nasce proprio dal brasiliano la prima chance per i bianconeri al 3’: cerca e trova Khedira che s’inserisce bene ma colpisce debolmente senza creare difficoltà a Donnarumma. La risposta del Milan è molto più insidiosa e si sviluppa sull’asse Calhanoglu –Cutrone, con il turco che calcia centralmente e trova la respinta di Buffon.
Tanta testa, poco ritmo
Dybala al 15’ ha una buona idea su un’altra iniziativa di Douglas Costa e calcia al giro da limite senza trovare lo specchio della porta. Poi, al 21’, un suo lancio mette in affanno Donnarumma. Nel complesso la Juve non forza e fa possesso palla per cercare di far girare a vuoto gli avversari. Allegri chiede profondità a Mandzukic (e non solo), mentre il Milan si raccoglie nella propria metà campo e appena può prova a ripartire. E lo fa più o meno velocemente al 29’, quando Suso arriva al tiro dalla distanza che, complice una deviazione, costringe Buffon al tuffo e all’angolo. Il ritmo non è granché, con le accelerate che arrivano solo sul lato dove macinano metri Calhanoglu e Cuadrado. Su una di queste il colombiano al 37’trova lo spazio per spedire il pallone in mezzo all’area, con Romagnoli che buca l’intervento e Mandzukic, colto di sorpresa, che di testa non dà forza.
Quando la Juve accelera…
Nessuna sostituzione al rientro in campo e Milan in avvio più pimpante. Bonaventura al al 50’ semina panico sulla sinistra e dal fondo mette in mezzo un pallone che attraversa tutta l’area prima del recupero di Douglas Costa. È l’episodio che scuote la Juve dal torpore e soprattutto Dybala: l’argentino, servito da Khedira, prima calcio sul secondo palo con il sinistro (Donnarumma si allunga e respinge) e poi, dopo un corner, fa partire da fuori area un gran sinistro che va di poco fuori. Due picconate che creano fratture nel muro delle certezze rossonere e aprono un varco da dove arriva il gol della Juve. Al 57’ Pjanic batte il calcio d’angolo in area dove Benatia sfugge alla marcatura di Romagnoli e di testa batte Donnarumma. Sull’azione un contatto tra Matuidi e Calabria che l’arbitro decide di non rivedere.
Donnrumma in tilt, Milan sotto 3-0
Si diceva delle certezze del Milan venute meno. A crollare, però, sono soprattutto quelle di Donnarumma, che non è impeccabile sul tiro di Douglas Costa che al 61 realizza il 2-0 (gol simile a quello subito in Europa League contro l’Arsenal) né trattiene il pallone che tre minuti più tardi – sempre dopo un corner di Pjanic – mette Benatia nelle condizioni di realizzare la sua prima doppietta di coppa e alla Juve di chiudere i giochi. Per il difensore, inoltre, una sorta di conto aperto con il Milan, dato che 2 dei 4 gol con la maglia bianconera (tutte le competizioni) sono stati segnati proprio ai rossoneri.
Mal di corner, autogol di Kalinic
Un autopalo di Matuidi non basta a riaccendere la fiamma di un Milan che crolla ancora una volta sugli sviluppi di un angolo. Batte sempre Pjanic, stavolta Kalinic, appena entrato al posto di Cutrone, anticipa tutti, anche il proprio portiere, e firma la resa dei suoi. Nella Juve entrano Bernardeschi (Douglas Costa), Higuain (Dybala) e Marchisio (Pjanic), nel Milan c’è spazio per Borini (Suso), Montolivo (Locatelli). Ultime mosse di una partita che non ha più nulla da dire. Al triplice fischio di Damato comincia la festa bianconera, ora non resta che che chiudere i conto con lo Scudetto per un altro Doblete.
Fonte SkySport