Ma, aggiunge anche che si rammarica di non aver provato neanche la forza di queste illusioni. E, come ci pare di capire, perché troppo immerso nella realtà che lo circondasse.
Ricorre quest’anno il cinquantesimo del Sessantotto, in Europa essenzialmente francese, un movimento di liberazione dagli schemi chiusi e tradizionali della società, definita borghese, del tempo di allora, che è stato. Quest’aspirazione liberale e libertaria ha costituito la matrice del mondo nuovo, odierno, sempre più diviso tra due molto più ampie generazioni di giovani e vecchi.
Nel 1950, la popolazione mondiale contava circa 1,5 miliardi di persone; oggi ne conta circa 7,5 miliardi. E quindi, il mondo dei giovani cresce sempre più mentre il mondo dei vecchi arretra.
Ma, il fatto essenzialmente nuovo è piuttosto un altro: quell’istanza di libertà, in generale, ha prodotto un mondo che tende costantemente a oltrepassare ciò che ci circonda, fino alla virtualità. Che, in passato, avremmo chiamato illusione. E dunque, possiamo anche dire che, in qualche modo, l’illusione è diventata realtà.
Voi vecchi, come e più di me (53 anni), pensate forse che sia un male? Vi sbagliate. Siamo stati giovani anche noi e vorremmo ancora vivere le nostre illusioni giovanili. In Italia, per circa quarant’anni anni ormai, l’avvento di un personaggio come Berlusconi ha simboleggiato per tutti l’illusione di poter rinverdire costantemente gli anni di una gioventù spensierata quando egli stesso viveva dachansonnier sulle navi da crociera.
In questi giorni di trattative per la formazione di un governo “politico”, l’unico serio tentativo è quello di formare una maggioranza tra i giovani Luigi Di Maio (31) e Matteo Salvini (45), con l’eventuale ausilio della giovane Giorgia Meloni (41), ma l’esclusione di Silvio Berlusconi (81). Lasciando all’opposizione il giovane Matteo Renzi (43), considerato che Bersani (66) & c. sono stati già messi da parte.
Ancora, non sappiamo come andrà a finire. Ma, in fondo, la cosa non dovrebbe interessarci neanche più di tanto. Altri infatti sono gli scenari decisivi che cambiano, in un mondo sempre più grande, che ora è anche nostro. Quel che, nel frattempo, sappiamo è che ciò che Pirandello chiamava illusioni continuerà ad ampliare i nostri spazi e confini. Salvo che non intervengano ruggini e ostilità, che, tra gli eventi peggiori del caso, i vecchi chiamavano guerre.
Angelo Giubileo