Questi alcuni numeri della XIX edizione di Cibus, il Salone Internazionale dell’Alimentazione, svolto la scorsa settimana a Parma.
Poderosa la pattuglia di operatori stranieri con i quali son stati sanciti numerosi accordi commerciali. Nel corso della manifestazione, animata fra l’altro da copiose occasioni di confronto, sono emersi importanti spunti di riflessione e interrogativi.
Cosa mangeremo nel 2038? Come si caratterizzerà il packaging dei prodotti alimentari del prossimo futuro? Da quesiti come questi ha preso il via la riflessione sui consumi e sui consumatori. Bisognerà vincere i tabù per far spazio sulle tavole di domani a cibi nuovi e alternativi, dai novel Food alle meduse, dalle alghe agli insetti: già consumati da più di 2 milioni di persone.
Si consideri che il giro d’affari dell’industria food&beverage vale oltre 130 miliardi di euro e coinvolge più di 465.000 occupati nell’attività di 56.000 imprese, generando il valore aggiunto più elevato tra tutti i settori del manifatturiero italiano, pari al 72% delle altre 3A (abbigliamento, automotive e arredamento).
Nello specifico, da un’analisi del Censis emerge che sempre di più i consumatori chiedono informazione di qualità: in particolare, l’85,7% degli italiani e l’87,4% dei Millennials si informano prima di acquistare un alimento. Di questi, il 57% della popolazione (di cui il 74,2% è costituito da millennials) lo fa tramite siti web e il 35,2% (di cui il 39,9% millennials) mediante i motori di ricerca. Solo il 30,1% degli italiani prende come punto di riferimento per la propria informazione alimentare la televisione.
Si è ritenuto dunque imprescindibile perfezionare e adeguare gli strumenti attraverso cui il settore comunica con lo sterminato popolo di fruitori, puntando innanzitutto sul web.
Promosso dai giovani di Federalimentare, è nato così “Osservatorio Alimentare” – www.osservatorioalimentare.it – una piattaforma digitale dedicata all’agroalimentare del nostro Paese che ha il compito di garantire e supportare una corretta informazione basata su dati scientifici e autorevoli contributi di studiosi, nutrizionisti e qualificati addetti ai lavori.
L’osservatorio, presentato durante il Cibus, fornisce un pronto-intervento contro le fake news le quali sovente disorientano e ingannano il consumatore, oltre a provocare danni di ogni genere all’intero comparto.
In conclusione, mai come nel settore del food diventa fondamentale la giusta informazione. L’acquisto consapevole aiuta a portare in tavola prodotti utili per il nostro benessere e, al contempo, contribuisce a salvaguardare il made in Italy di qualità, che è indiscutibilmente un patrimonio comune: dall’(A)rancia di Sicilia allo (Z)afferano d’Abruzzo.
Tony Ardito, giornalista