A dirlo a La Città è la moglie di Adriano Lembo, che nel luglio scorso fu arrestato per il racket attorno al “Sea Garden” di via Clark e da martedì sera è di nuovo in carcere.
«Non è vero che era tornato davanti alla discoteca – afferma la moglie Rita – Stava andando qualche sera vicino allo stadio, dove sta il cinema, e di mattina di fronte all’ospedale, ma non dava fastidio a nessuno, prendeva qualche spicciolo a piacere se glielo davano ».
La donna spiega che dopo essere tornato in libertà il marito aveva deciso di non mettersi più sulla strada: «Poi però abbiamo avuto problemi. Io, che lavoravo nella pulizia del parco del Mercatello, ho perso il lavoro. La cooperativa ha iniziato a non pagare e noi non ce la facevamo ad andare avanti. Lui ha provato a cercare lavoro, è andato anche al Comune, ma non ha trovato nulla».
Di mattina, quando la postazione era quella di fronte all’ospedale, c’era spesso con lui la figlia Francesca. «Lo accompagnavo perché dopo il primo arresto ero traumatizzata – sottolinea – avevo sempre paura che non rientrasse a casa. Così vedevo quello che succedeva: gli automobilisti che a volte gli offrivano una sigaretta o un caffè, gli studenti di Medicina che ormai lo chiamavano “zio”.
Lui non faceva richieste, prendeva quello che gli davano e se glielo davano». Ora l’appello della famiglia è rivolto all’autorità giudiziaria, perché il carcere sia tramutato almeno in arresti domiciliari: «Soffre d’ansia, stare negli spazi piccoli gli costa troppo fatica. Quello che ha fatto lo ha fatto per noi, e vorremmo riaverlo a casa».
Fonte La Città