Riconoscere la situazione di emergenza e, in attesa dell’ambulanza, agire con manovre che sostituiscono le funzioni vitali interrotte (BLS: Basic Life Support) e, se disponibile un defibrillatore, tentare di ripristinare il battito cardiaco con la defibrillazione, possono salvare una vita. «Studi clinici – continua il dott. Gennaro Parrilli, Responsabile della cardiologia riabilitativa del Campolongo Hospital (SA) – hanno dimostrato che queste persone, se soccorse prontamente e in maniera adeguata, hanno buone probabilità di ripresa. Una volta resuscitati dall’arresto cardiaco, però, questi pazienti devono essere avviati a un percorso diagnostico volto ad individuare e poi curare le cause dell’aritmia».
«La riabilitazione è un lavoro difficile, che richiede il massimo delle risorse umane e tecnologiche – conclude la dott.ssa Maura Camisa, vice direttore generale di Campolongo Hospital –. Con i suoi 260 posti letto, di cui 68 di riabilitazione cardiologica, respiratoria e di neurolesi con spiccate patologie cardiache, la nostra struttura rappresenta un reparto di eccellenza nel recupero funzionale di questi malati».
La Casa di Cura Campolongo Hospital è nata nel 1960 come Istituto Elio Ortopedico Ebolitano, con lo specifico obiettivo di presidio per la riabilitazione. Nel corso degli anni il suo nucleo iniziale, che già all’epoca presentava caratteristiche d’avanguardia, ha subito successive trasformazioni e ristrutturazioni per adeguarsi alla costante evoluzione delle tecniche e delle esigenze del processo riabilitativo. Oggi, l’impegno di tutti, medici, operatori sanitari e amministrazione, è garantire servizi, avanguardia tecnologica e competenze d’eccellenza necessari al recupero della migliore qualità della vita per il paziente.