Un’aggressione feroce (che dopo due mesi, tra ospedale e centro di riabilitazione, portò alla morte Natalino), causata da una rapina finita male o dall’essere stati scambiati per un cliente e una prostituta che si erano intrattenuti in una zona di competenza di altri protettori.
Il complice di Ionut Alexa (che si è sempre detto estraneo ai fatti) non è mai stato identificato: a parlare di due aggressori è stata la fidanzata della vittima, riconoscendo un accento dell’Est. Al romeno i carabinieri arrivarono ricostruendo un fiorente giro di prostituzione che vedeva fronteggiarsi, lungo la litoranea, bande rivali di romeni e albanesi.
La pena a carico dell’assassino è di 20 anni di galera. Ionut Alexa fu incastrato dalla prova del dna e dalla gestione del giro di prostituzione che costella il lungomare battipagliese.
I parenti della vittima e della ragazza si sono costituiti parte civile nel processo, ed è stato riconosciuto loro il diritto al risarcimento dei danni da stabilirsi in sede civile.