Era il nostro percorso quotidiano per la scuola, guai a sgarrare.
Fino a che l’amico di banco, incontrato per caso quella mattina, non ci spinse a passare per una strada diversa. “Se prosegui di là, fai un giro inutile. Se passiamo di qua, tagliamo e ci ritroviamo sulla stessa via. Facciamo meno fatica”, ci disse. E ci accorgemmo che era vero. Da quel giorno cambiammo il nostro percorso, anche se non lo dicemmo mai alla mamma perché era contraria alle “vie traverse”.
Pur con tutta la devozione, la sua preoccupazione non ci sembrava motivo sufficiente per allungare il nostro cammino.
Bene.
Queste osservazioni ci viene oggi di avanzare a chi decise di far transitare le auto in direzione “mare-monti” per il nuovo sottopasso ferroviario, di fronte al Grande Albergo, indirizzandole obbligatoriamente verso via Vinciprova e costringendole, prima, a fondersi con quelle provenienti dalla LungoIrno e, poi, ad aggrovigliarsi in un ingorgo infernale, all’incrocio di via Mobilio, con quelle provenienti da via Torrione per il vecchio sottopasso.
Un inutile percorso per l’ignaro automobilista, un giro che riporta alla partenza, come al gioco dell’oca, e perciò buono solo per qualche furbo che pensa di svicolare e di evitare di incolonnarsi a tempo indeterminato al semaforo di via Torrione dietro alle auto decise a svoltare verso via Mobilio.
Proprio per affrontare questo problema, nei giorni scorsi è stata presentata la proposta di vietare l’ingresso da via Torrione, all’altezza del semaforo, ripristinando una soluzione già adottata in passato e successivamente cancellata.
E, del resto, non è certamente ipotizzabile fronteggiare le necessità assorbendo altre metrature dagli spazi dedicati ai giovani del quartiere, già ridimensionati per la costruzione di una simil-chiesetta con la forma di un simil-capannone per il deposito degli attrezzi agricoli.
Preso atto che la proposta è stata bocciata in sede di Commissione Mobilità e convinti, come siamo, della necessità di individuare una soluzione ad un grave problema, complicato dalla concentrazione di esigenze e di vincoli difficilmente conciliabili, ci siamo permessi di approfondirne i diversi aspetti per formulare una proposta che fosse in grado di riportare la serenità nel quartiere e migliorarne la qualità della vita.
– i movimenti degli autobus in via Vinciprova ci appaiono di grande intralcio alla circolazione,
– l’incastro di auto all’inizio di via Mobilio, tra quelle provenienti da via Torrione e quelle da via Vinciprova, può attribuirsi non tanto alle soste indisciplinate quanto alla necessità degli automobilisti di incolonnarsi secondo le specifiche direzioni di marcia e, cioè: proseguire diritto, verso Via Baratta, o svoltare a destra, su via Petrone, verso via Guercio e Sala Abbagnano. E’ questo l’inghippo principale perché alimentato da comportamenti irrispettosi delle precedenze,
– tra le auto “inghippate”, ci sembra che almeno 6 su 10 siano interessate a piegare a destra, su via Petrone, e le rimanenti 4 a proseguire in linea retta,
– l’obbligo di svoltare su via Vinciprova, imposto alle auto provenienti dal nuovo sottopasso di fronte al Grande Albergo, non arreca alcuna utilità,
– il divieto del doppio senso di marcia su via Unità d’Italia (LungoIrno) ci sembra sovrabbondante tenuto conto della larghezza della carreggiata sulla quale, proprio per questo, si registrano velocità da autodromo,
– l’inversione di marcia su via Baratta e via Mobilio, a partire da via Cacciatori dell’Irno, può rispondere meglio alle esigenze di mobilità delle auto provenienti da via Dalmazia/via Farao e dirette a Sala Abbagnano,
– l’area di via Vinciprova, per le sue caratteristiche, ci appare idonea a divenire esclusiva sede di parcheggi per autobus e auto oltre, ovviamente, di spazi e di verde per la comunità.
Da tutto questo, deriva il seguente schema dei flussi:
– l’ingresso da via Torrione, verso via Mobilio, attraverso il vecchio sottopasso, dovrebbe essere utilizzato per l’accesso da sud al parcheggio di via Vinciprova e per svoltare su via Petrone,
– via Unità d’Italia (LungoIrno), resa percorribile nei due sensi di marcia, dovrebbe consentire alle auto provenienti dal nuovo sottopasso ferroviario in direzione “mare-monti”, di fronte al Grande Albergo, di accedere da nord al parcheggio di via Vinciprova e, dopo la rotatoria, di proseguire diritto verso via Cacciatori dell’Irno,
– la realizzazione di una rotatoria di fronte all’ingresso del Tribunale, con l’assorbimento, magari, del faro della giustizia stile Courrèges (chi lo ricorda?), consentirebbe alle auto provenienti da via Unità d’Italia di proseguire diritto lungo piazzale Magna o di girare a destra su via Cacciatori dell’Irno, con doppio senso di marcia, verso via Baratta,
– le auto provenienti da via Dalmazia o via Farao potrebbero girare su via Unità d’Italia, a destra, o piazzale Magna, a sinistra, ovvero proseguire diritto su via Cacciatori dell’Irno verso via Baratta,
– con l’inversione del senso di marcia di via Baratta, le auto qui arrivate potrebbero raggiungere via Petrone, verso via Guercio e Sala Abbagnano, incontrando le auto provenienti da via Torrione solo alla confluenza di via Petrone e senza incrociarsi con esse.
Conseguenze:
– verrebbe meno l’attuale ingorgo all’inizio di via Mobilio. I flussi si presenterebbero contrapposti e senza negative interferenze,
– tutta via Vinciprova diverrebbe “area cuscinetto” destinata ad ospitare i capilinea degli autobus e i parcheggi delle auto con la salvaguardia degli spazi oggi concessi ai giovani del quartiere e le arre verdi. Resterebbero le entrate/uscite sulla rotonda, a nord, e su via Mobilio, a sud, esclusivamente in favore degli automezzi interessati alla sosta,
– la circolazione, in girotondo, non avrebbe soverchi ostacoli e la presenza delle rotatorie renderebbe fluidi gli incroci.
Nulla cambierebbe per le rimanenti strade.
Non sappiamo se questa ipotesi sia la soluzione, neppure se parziale, ai tanti problemi del quartiere.
Introdurrebbe, però, una linearità nella mobilità in grado di facilitare la complessiva circolazione che oggi appare quantomeno incoerente per la presenza di strade dove si corre senza limitazione e incroci dove si sta fermi senza limitazione.
Noi pensiamo, comunque, sia utile approfondire, ovvero anche provare, il dispositivo proposto perché ogni progetto può avere un contenuto di utilità e perché non sempre le elaborazioni effettuate con l’ausilio degli algoritmi si dimostrano valide per gli esseri umani. A volte lo sono solo per gli androidi.
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