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Porto: Salerno ‘costretta’ a tenersi i tir delle Autostrade del Mare

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Riconversione del molo III Gennaio al crocierismo? Difficile – ma non impossibile – destinare la storica banchina al settore che meglio si integra con la retrostante città e che più capillarmente svilupperebbe l’economia salernitana. Le scelte di indirizzo dello sviluppo dello scalo salernitano rispondono a logiche che il segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Francesco Messineo, spiega molto bene. Si apprende che esse non possono prescindere da una “visione nazionale dello scalo” (“il porto è struttura statale, non provinciale né comunale”); che tale ‘visione’ contempla il mantenimento dell’impattante settore delle Autostrade del Mare (i cui tir, nel numero medio di circa mille al giorno, paralizzano il viadotto Gatto e, verosimilmente, inquinano la parte occidentale della città); che proprio il presupposto della dimensione strategica per movimentazione merci e collegamenti con il resto d’Europa “permette di poter acquisire i finanziamenti governativi necessari a realizzare le opere infrastrutturali impellenti”; che, infine, le Autostrade del Mare si concentrano su Salerno a causa della indisponibilità di gran parte del porto di Napoli le cui banchine sono state concesse a privati e “in capo ad essi resteranno per almeno un’altra decina di anni”.

Messineo, salernitano, però sa qual è il disagio della città. Comprende che il molo III Gennaio destinato al crocierismo creerebbe – con il dirimpettaio Molo Manfredi – un formidabile bacino per transatlantici, flotta peschereccia tradizionale e traghetti delle Vie del Mare con un positivo impatto sul tessuto economico locale.

Lui, che intuendo le potenzialità del crocierismo di qualità è riuscito a far grande il porto ci Carrara, dice: “In assenza del dragaggio le grandi navi da crociera, che pure vorrebbero toccare con maggiore frequenza la città di Salerno, sono costrette ad ormeggiare alle banchine commerciali. Entro il 2020 l’escavo sarà compiuto e la stazione marittima entrerà a pieno regime. I 58 approdi del 2018 dimostrano, comunque, il lavoro di promozione internazionale finora fatto per lo sviluppo del comparto. Il problema è che senza il raggiungimento dei richiesti standard internazionali di qualità (quelli propri della stazione marittima), Salerno non potrà diventare protagonista di questo settore. Oggi possiamo accogliere le navi agli altri moli laddove, nonostante gli sforzi, viene oggettivamente meno il presupposto del ‘salotto di accoglienza’ richiesto dalle Compagnie. Allora: nel 2020 inizieremo ad ospitare al Molo Manfredi le grandi navi da crociera, poi realizzeremo le opere previste nel piano regolatore portuale quali il prolungamento del Molo Manfredi fino al molo di sovra flutto con ulteriore banchinamento di 800 metri in modo da ospitare fino a quattro navi contemporaneamente”.

Sgombera il campo da potenziali equivoci“Per regolamento dell’Autorità portuale, le navi da crociera hanno sempre la priorità sui traffici commerciali ed entra immediatamente. Tanto che quando alle fiere internazionali le Compagnie chiedono la garanzia dell’ormeggio, ricevono sempre risposta affermativa. Siamo al lavoro per far tornare MSC”.  

Autostrade del Mare 

“Rivendichiamo il ruolo del porto a beneficio dell’economia nazionale e del sud Italia. Tutti gli interventi in via di realizzazione e progettati sono finanziati dal Piano Operativo Nazionale proprio perché lo scalo svolge questo ruolo. Se per assurdo non vi fosse ricaduta economica in loco, varrebbe comunque la pena mantenere lo scalo in funzione in quanto apporta benefici alla Campania ed al sud Italia. Invece la ricaduta economica sulla città è enorme: questo traffico crea occupazione diretta ed indotta e garantisce una invidiabile interconnessione a beneficio di uomini e merci. Per import-export i collegamenti marittimi assorbono il 90% della domanda di mobilità. Proprio tale specialità permette a questo porto di assurgere a presupposto per la istituzione delle Zes”.

Fonte LaDenuncia.it 

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