Cosa ha spinto la regista a riadattare la sua opera per un mezzo diverso? “La bellezza di questa storia – risponde la Cerulo. – Il Pesce Pettine narra del pescatore Vittorio, musicista dilettante dal misconosciuto talento. L’unico strumento che sa suonare è il tradizionale pettine ricoperto di carta velina: ci si soffia sopra e dalla vibrazione si ottengono le note. Si esibisce a livello locale con una sua band di pettini, tra l’incomprensione generale. Con un suo brano riesce ad accedere a un importante concorso, ma poi viene squalificato e per lui è la fine. Molti anni dopo suo figlio, diventato direttore d’orchestra, svilupperà tutte le possibilità sonore offerte dal pettine e con il sostegno di Elsa, il suo grande amore, porterà al successo quel brano. Vittorio è un personaggio che affascina – continua la Cerulo – perché vuole esserci a tutti i costi, partecipare dell’esistenza con la propria bellezza. Quando ho finito di girare ho sentito che la sua vicenda non era conclusa, c’era dell’altro da dire. Da lì è scattato il desiderio di ricavarne anche un libro”.
Il film è stato ambientato tra le più belle località del Salernitano. “Come protagoniste sono state scelte Stefania e Amanda Sandrelli perché sono risultate le più idonee ad interpretare rispettivamente i ruoli di imprenditrice (per Stefania) e di compagna del protagonista (per Amanda)”, continua la Cerulo.
Stefania Sandrelli ha dichiarato: “Sono sempre molto selettiva nello scegliere i miei ruoli. Se ho accettato questa parte è stato solo perché questa storia mi è davvero piaciuta.” Piaciuta al punto che sul set la diva si è spesa personalmente per la costruzione del suo personaggio, suggerendo battute e limando scene. “Un’altra collaborazione eccezionale che posso vantare – aggiunge la Cerulo – è quella con la compianta Suso Cecchi D’Amico che, anch’essa conquistata dalla bellezza del soggetto, mi fece dono di una sua supervisione.”
Ora Il Pesce Pettine è al suo passaggio in libreria, e con i suoi rimandi tra un’opera e l’altra (nel romanzo viene rivelata, tra l’altro, la fonte di ispirazione de Il Vecchio e Il Mare di Hemingway, che soggiornò a lungo ad Acciaroli, il paese del pescatore Vittorio: una vera chicca per bibliofili), sempre in bilico tra vita vera e magia, si caratterizza come una creazione letteraria unica, antesignana di un genere piacevolmente fuori tempo: la fiaba realista 2.0, nel solco aperto da Calvino, Morante e prima ancora Deledda, da allora in attesa di degni epigoni.
Il linguaggio adottato è semplice, lineare, eppure ogni parola vibra forte, sorretta com’è da un tessuto narrativo ricco di riferimenti storici, sociali, culturali, artistici. Il Pesce Pettine ci restituisce, con garbo e leggerezza, lo spaccato della vita di paese in un Sud poco frequentato, minore, con le sue dinamiche spietate eppure umanamente calde, le sue tradizioni religiose e culinarie che sono legge e certezza, i suoi buffi tic e idiosincrasie locali, tipici di un microcosmo dove gli echi del mondo esterno arrivano affievoliti e non vengono reciprocati, per incapacità o disinteresse.
Il 6 giugno Maria Pia Cerulo presenta in Provincia il libro che ha tratto dal suo lungometraggio
Il Pesce Pettine, film della regista Maria Pia Cerulo con Stefania e Amanda Sandrelli presto in tutte le sale italiane, è diventato un libro. La cineasta campana, già assistente di Lina Wertmüller, presenterà il suo romanzo d’esordio mercoledì 6 giugno alle ore 17.30 nella Sala Giunta della Provincia di Salerno (via Roma 104).
All’evento, aperto al pubblico, parteciperanno il Presidente della Provincia Giuseppe Canfora; il Sindaco di Buccino – il paese della regista – Nicola Parisi; Mario De Iuliis, Presidente Provinciale UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco. Interverranno inoltre i giornalisti Margherita Siani de Il Mattino e Stefano Pignataro de La Città; la giornalista e editor Antonietta Piscione; Maria Rosaria Pagnani, storica delle donne. Modera Enzo Landolfi.
Durante l’incontro verrà data lettura di alcuni dei passi più significativi del libro (voce narrante: Teresa Rizzo), il che fornirà a Maria Pia Cerulo l’occasione di affrontare, tra l’altro, l’affascinante tematica delle differenze tra scrittura per il cinema e scrittura per il romanzo.
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