Secondo l’Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare (AFSCA), le analisi sono ora concentrate sull’insalata. Il ristoratore può anche riprendere le sue attività dal 4 giugno, inizialmente per i suoi clienti aziendali. L’indagine ha seguito tre percorsi: la contaminazione delle materie prime a livello del catering, quella del personale che lavora all’interno dello stabilimento e la contaminazione dell’ambiente e delle infrastrutture di questa azienda.
Nessuna delle materie prime e resti di lasagne e carbonati analizzati, tuttavia, mostra tracce di salmonella, comunica la Afsca. Vi è senz’altro un fattore dipendente dal catering che è il vettore della salmonella, ma la sua funzione non spiega la contaminazione dei piatti fatti e poi serviti nelle scuole, aggiunge l’agenzia. L’insalata è quindi l’ultimo prodotto alimentare sospetto servito nelle scuole.
“Per questo alimento, non c’erano più campioni di controllo disponibili per l’analisi e non c’erano più avanzi di questa insalata nelle scuole”, scrive l’Afsca. La società di catering ha anche messo in atto un piano d’azione all’interno dei suoi locali e sarà in grado di consegnare nuovamente i clienti aziendali dal 4 giugno.
“In una seconda e terza fase, il ristoratore sarà di nuovo in grado di riprendere le consegne ai clienti della mensa scolastica, in primo luogo nelle mense dove nessun bambino si è ammalato”, continua l’agenzia. Tutte le scuole fornite dal catering devono anche pulire e disinfettare i loro locali prima di ricevere pasti preparati.
È bene ricordare, che ben 453 bambini sono risultati infettati da salmonella, ma nessuno ha avuto conseguenze durature, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che aveva segnalato quest’epidemia che aveva colpito alcune scuole del Belgio.
Giovanni D’Agata
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