Mercoledì 6 giugno, alle ore 11, Isabella Adinolfi, Eurodeputata del Movimento 5 Stelle, ha organizzato la visione dell’opera di Nuzzo, con successivo dibattito con i protagonisti del film. Interverranno Fabio Massimo Castaldo, vice presidente del Parlamento europeo, Laura Agea, capodelegazione M5S al Parlamento europeo, il regista Nuzzo e anche parte del cast tra cui l’attrice Diane Patierno e il compositore delle musiche originali Adriano Aponte.
Non sarà purtroppo presente Leo Gullotta che ha realizzato un video di saluto da trasmettere durante la proiezione del cortometraggio: “La storia che si racconta è quella di un uomo che ha vissuto la sua vita gioiosa in famiglia con la moglie e la bambina che diventerà presto donna – spiega Leo Gullotta -. In questo percorso lo aggredisce la malattia che porterà lui e la sua famiglia ad attraversare un dolore quasi “cosciente”.
“Un’opera che serve a far entrare chi guarda in questa piccola storia di una malattia terribile, l’Alzheimer – commenta Isabella Adinolfi – che prende il controllo del corpo e della mente del protagonista, una malattia che divora i ricordi senza sosta e che sembra trascinare con sé anche la dignità ultima del malato.
Ma il regista Nuzzo accompagna magistralmente al dolore della malattia la dolcezza del rapporto padre-figlia, rendendo quindi centrale il più semplice e il più potente dei sentimenti, l’amore”.
“Per me – continua Isabella Adinolfi – è stato davvero un onore aver organizzato questa proiezione al Parlamento europeo”.
“Lettere a mia figlia”, interamente girato tra Napoli e provincia, ha ottenuto una menzione speciale ai Nastri d’Argento, è stato miglior corto al Giffoni Film Festival, in selezione ai David di Donatello ed avuto 30 riconoscimenti in tutto il mondo.
“Raccontare di una malattia così delicata non è facile – spiega Giuseppe Alessio Nuzzo, regista partenopeo, già direttore generale del Social World Film Festival –. Ho ritenuto necessario far trasparire sin dalle prime immagini il rispetto della dignità della persona in quanto tale, cercando collaborazione nella stesura della sceneggiatura da parte di scienziati ed esperti in materia. “Lettere a mia figlia” è stato per me, e lo è ancora, un percorso di vita»
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