I professori Carlo Moreschi e Gaetano Thiene, incaricati dal pm Barbara Loffredo,hanno consegnato la perizia sulla morte di Astori. Si pala di «tachiaritmia», di accelerazione improvvisa dei battiti, di un cuore andato a cento all’ora senza dare scampo all’atleta; una posizione del tutto opposta all’ipotesi iniziale. Secondo quanto riportato dai due medici la patologia non si era mai manifestata in precedenza, ma quella notte è stata la prima e l’ultima volta che si palesava. Sempre secondo i periti inoltre Astori non sarebbe morto nel sonno e si sarebbe salvato se avesse dormito con qualcuno, se dunque fosse stato dato subito l’allarme.
Non posso anticipare nulla — ha dichiarato al Corriere con prudenza il procuratore di Udine Antonio De Nicolo —. Posso solo dire che sul caso è aperto un fascicolo a carico di ignoti. La collega sta studiando il documento. Non appena il lavoro sarà terminato decideremo se proseguire l’indagine o chiedere l’archiviazione”.
Fonte www.vocedinapoli.it
Quindi è stata necessaria una perizia per stabilire che una persona che si sente male ha più possibilità di salvarsi se è in compagnia piuttosto che se è da sola; ma davvero i periti, immagino pagati profumatamente, ci hanno regalato questa perla? Verrebbe quasi da sorridere se non si trattasse di un evento così tragico.